Il condono edilizio infiamma la campagna elettorale in Campania. Le opposizioni gridano al "voto di scambio" ma anche all'interno della maggioranza si registra qualche esitazione. Fratelli d'Italia rilancia sulla sanatoria e assicura che la regione in caso di vittoria sarà la prima a recepire le nuove norme mentre la mossa - a una settimana dalle elezioni - non convince Antonio Tajani che si mostra scettico e invita alla cautela: meglio "scegliere caso per caso", senza dogmatismi", avverte da Napoli.
È ancora solo un emendamento alla manovra, quello che riapre i termini del condono del 2003: da vedere se passerà i vari vagli tecnici e politici e arriverà a essere messo in votazione in Senato. L'idea però è da tempo accarezzata dal partito della premier, che su questo ha presentato anche un progetto di legge. Se non sarà la legge di bilancio, la misura potrebbe essere portata avanti in Parlamento seppur con un iter meno veloce.
Ma è proprio la tempistica scelta a finire sotto accusa: il Pd, il M5s, Avs e Italia Viva attaccano governo e maggioranza nella convinzione che si tratti di un annuncio "acchiappa voti". "Pazzesco", commenta il leader dei Cinquestelle Giuseppe Conte che si dice certo che questa sia un'ulteriore dimostrazione dello "scollamento dalla realtà" dei partiti al governo. Un annuncio che va letto come "il segno della disperazione", il commento del candidato governatore del centrosinistra Roberto Fico. Quello che manca, in Campania e non solo, è "il diritto alla casa, non certo fare condoni", sostiene l'ex presidente della Camera. Una "resa alla legalità" secondo il Partito democratico: i rischi causati dall'abusivismo sono noti, osservano i Dem che ricordano come "frane o alluvioni" puntualmente mettano in ginocchio le comunità sui territori.
Caustico Matteo Renzi: "Meloni tre mesi fa prometteva 15 miliardi per il piano casa" e ora arriva con "un condono, in Campania, la settimana del voto! Questo non è riformismo, questo è il governo dei mediocri, questo è il governo del voto di scambio". Il silenzio della premier, che ufficialmente non ha commentato neanche dal palco del comizio a Napoli, viene definito "scandaloso" da Angelo Bonelli: "Giorgia Meloni tace perché - la tesi dell'esponente di Avs - quel condono edilizio lo rivuole eccome: serve alla sua campagna elettorale".
Chi invece è uscito allo scoperto, dichiarandosi più che favorevole alla sanatoria è il candidato del centrodestra e esponente di FdI Edmondo Cirielli. In caso di vittoria, la Campania recepirà immediatamente la nuova norma - è la promessa - al contrario di quanto avverrebbe se alla guida della Regione restasse il centrosinistra. A suo tempo, ci tiene a ricordare Cirielli, la giunta Bassolino "scelse di non recepire" la sanatoria "lasciando fuori persone che avevano presentato la domanda autodenunciandosi e pagando le oblazioni regolarmente". Famiglie "che abbiamo sempre difeso e che oggi vivono sotto la minaccia costante di un abbattimento".
Presto però ancora per dire se, almeno a livello nazionale, la norma quadro arriverà entro l'anno. Martedì in commissione Bilancio a Palazzo Madama sarà il giorno dei cosiddetti segnalati, vale a dire le proposte considerate prioritarie dai partiti e che sono infinitamente inferiori di numero alla valanga degli emendamenti presentati: solo 414 su quasi seimila, che a loro volta saranno ulteriormente tagliati. Possibile che il condono superi almeno il primo step, per poi essere oggetto di ulteriori riflessioni insieme ad un'altra coppia di emendamenti legati all'edilizia: quello che consente all'Agenzia delle entrate un controllo a tappeto degli immobili non censiti e quello che alza da 50 a 75 milioni il tetto delle risorse del Fondo per le demolizioni delle opere abusive gestito da Cassa depositi e prestiti.
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