Quando un anno fa arrivò a Napoli con la scomoda etichetta di vice Kvaratskhelia, in pochi puntavano su quel brasiliano gracilino uscito dalle giovanili del San Paolo, tanto estroso sul campo quanto introverso fuori e dal rendimento discontinuo.
Oggi David Neres - carattere timido così lontano dai luoghi comuni sui brasiliani - è il volto felice del Napoli vincitore della Supercoppa Italiana, decisa da una sua doppietta nella finale contro il Bologna dopo che era stato sempre lui ad indirizzare verso la vittoria finale anche la semifinale contro il Milan. Eppure l'inizio della sua avventura in Italia non era stato dei più brillanti, fatto di tanto apprendistato e condito di pochi scampoli di partita all'ombra del titolari inamovibili sulle fasce del Napoli di Conte, Kvara appunto, e Politano, complice anche un infortunio alla coscia che lo scorso anno lo ha tenuto fuori più di un mese limitandone l'impiego anche dopo la partenza di Kvara verso Parigi.
Poi la progressiva esplosione - passata anche per la cessione di Kvara a gennaio - ne ha fatto un perno insostituibile dell'ingranaggio messo a punto dal tecnico leccese. Oggi David Neres, arrivato in Europa quando non aveva ancora 20 anni dopo essere uscito dalle giovanili del San Paolo, e passato per Ajax, Shaktar e Benfica prima di approdare all'ombra del Vesuvio, fa la felicità dei tifosi azzurri con gol e assist. "Sono molto contento per la doppietta - ha detto ieri sera a caldo il brasiliano, eletto miglior giocatore della Supercoppa svoltasi in Arabia - ma ancora di più per la vittoria e per aver messo le mani su questo trofeo. Può essere un qualcosa in più per rilanciarci anche in campionato. Lo scudetto? La vittoria dà sempre più sicurezza, soprattutto quando vinci un trofeo, ora però ci riposiamo un po' e poi ci concentriamo sulla prossima partita contro la Cremonese".
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