"Ci sono ancora tante cose da sistemare nel Milan", ha detto Allegri. Ecco quali

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Dopo la gara con la Juve la frase del tecnico non è passata inosservata. Dal compito delle mezzali ai cali di attenzione, ecco su cosa batte l'allenatore rossonero

Marco Pasotto

Giornalista

12 ottobre 2025 (modifica alle 11:27) - MILANO

La riflessione fa un certo effetto e, conoscendo il personaggio, contiene più schiettezza che intenti provocatori: "Forse è meglio che non abbiamo vinto, altrimenti si pensava di essere a posto". È la teoria di Massimiliano Allegri nella pancia dello Stadium, dopo uno zero a zero con la Juve che comunque genera buone sensazioni a breve e medio termine. Poi Max dice ancora: "Invece ci sono ancora tante cose da sistemare". Il perfezionismo è allo stesso tempo aspirazione e utopia per qualsiasi allenatore, ma Allegri ha individuato fin dai suoi primi giorni a Milanello la modalità corretta per mandare i segnali giusti alla squadra. Per chi ci ha fatto caso, fino a questo momento non c'è stata una conferenza di vigilia o post partita nella quale, oltre alle carezze di rito, il tecnico non abbia anche tirato qualche scappellotto sulla nuca del Diavolo. Max è un allenatore abituato a tener alta la tensione agonistica, ma soprattutto questa è una squadra che arriva da mollezze e insubordinazioni succedute una dietro l'altra la scorsa stagione. Ecco perché, per esempio, a Udine sul tre a zero Allegri - confinato in tribuna dal giudice sportivo - sbatteva i pugni sul tavolo ed era furibondo con i suoi: la partita abbondantemente archiviata non gli bastava, Max pretendeva di non vedere alcun calo di attenzione nei suoi giocatori: è la mentalità su cui si costruiscono i successi.

squadra

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Allegri a Torino ha parlato di "un altro passettino avanti" e poi ha dipinto quello scenario in cui "ci sono ancora tante cose da sistemare". Quali sono? La premessa, doverosa, è che stiamo comunque parlando di un Milan in crescita evidente, solido e che, finalmente, trasmette la netta sensazione di essere squadra. L'allenatore più volte ha però detto di non essere del tutto soddisfatto della fase difensiva. Normale che voglia alzare l'asticella, essendo un tecnico che da sempre vede nel numero di gol presi il confine tra il bene e il male. Al momento però il Milan ha la seconda difesa del torneo: tre i gol subiti (uno in più della Roma) e, anche aggiungendoci le due partite di Coppa Italia, il numero resta invariato. Nelle otto uscite stagionali i clean sheet sono sei. A volte, però, la linea difensiva balbetta un po'. Soprattutto sulle situazioni inattive. La clamorosa palla gol di Gatti allo Stadium viene generata da un'amnesia collettiva, così come sono evidenti in alcuni frangenti gli errori di posizionamento rispetto ai cross avversari dalle fasce. Soprattutto quelli bassi. In altri casi, invece, si può riscontrare una certa leggerezza nelle uscite, che può costare carissima.

cinismo

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Qualche altro problema emerge in fase di costruzione, dove manca continuità. Quando si accende, il Milan è decisamente godibile e ha l'enorme pregio di offrire molteplici soluzioni offensive. Manca però una certa costanza, dovuto senz'altro anche all'atteggiamento di base di Allegri, che non è un ultras del pressing a prescindere nella metà campo avversaria. Così come a volte la squadra cala di intensità nel giro palla, finendo con l'appiattirsi e lo spalmarsi sulle difese avversarie, incapace di trovare sbocchi. Restando nell'ambito della finalizzazione, serve sicuramente maggiore cinismo sotto porta: tante, troppe le chiare occasioni da gol divorate dai rossoneri (e Gimenez non è l'unico imputato). Infine, in relazione soprattutto alla partita con la Juve, c'è anche un discorso relativo alle mezzali: "Avrebbero dovuto attaccare di più la linea difensiva avversaria", ha spiegato Allegri nel dopogara. Cosa che invece era stata fatta nelle uscite precedenti. Tradotto: anche se davanti c'è un competitor diretto, una squadra che punta in alto deve avere maggior coraggio.

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