Chivu una scommessa: ora l'Inter lo aiuti con un grande mercato

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L’errore è stato pensare che Inzaghi sarebbe rimasto: va costruita una super squadra

Arianna Ravelli

Giornalista

6 giugno - 07:21 - MILANO

È abbastanza ironico, e quindi perfettamente interista, considerare come in sei giorni il mondo nerazzurro si sia capovolto, passato com’è dal sognare di diventare campione d’Europa al dover incassare un no dall’allenatore del ricchissimo Como, Cesc Fabregas (è l’estate dei grandi rifiuti, questa, dopo i due già incamerati dalla Juventus da Antonio Conte e Gian Piero Gasperini). In mezzo il rumore di vetri infranti di una notte interista da tregenda e un errore di valutazione della società, che era convinta che Simone Inzaghi alla fine sarebbe rimasto, almeno per un altro anno, cosa che avrebbe consentito all’ambiente di ripartire e al club di rimandare il tema della scelta se proseguire sulla vecchia strada o aprire un ciclo con una nuova guida. 

CHIVU, 100% DI INTERISMO

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Inzaghi, come si sa, ha fatto un’altra valutazione, preferendo i 50 milioni in due anni dell’Arabia all’orgoglio di cancellare dalla memoria un 5-0 incassato in finale di Champions, e a quel punto l’Inter si è trovata improvvisamente a dover fare in fretta. La partenza per il Mondiale per club incombe, la scelta doveva essere fatta subito, l’impasse di Fabregas non ha aiutato. Abituati alla programmazione impeccabile degli ultimi anni e vista l’altissima considerazione per Beppe Marotta, per qualche giorno gli interisti hanno pensato ci fosse già il grande nome del futuro allenatore chiuso in una busta in cassaforte, con la scritta “da aprire in caso di emergenza”. Invece l’emergenza è arrivata e la risposta è stata Christian Chivu, 100% di interismo, ex grande giocatore ed ex tripletista, ma comunque una scommessa, perché nel curriculum da allenatore può vantare solo la panchina della Primavera nerazzurra e uno scampolo di stagione a Parma. Però ora, calma. 

SERVE UNO SQUADRONE 

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Intanto, le scommesse possono anche andare bene, la storia interista non è nuova ad allenatori fatti in casa che hanno compiuto il salto in prima squadra ottenendo risultati, ma soprattutto le ultime stagioni impongono fiducia nella dirigenza. Un allenatore con poca esperienza va aiutato con una super squadra che sommi qualità tecniche a un tasso di personalità elevato. Solo in questo modo il rischio comunque insito in una scelta del genere viene minimizzato, un po’ come si fa quando si diversificano gli investimenti. In un’intervista alla Gazzetta dello Sport a firma Davide Stoppini, rilasciata lo scorso ottobre, quando era lontana anche la panchina del Parma, figuratevi quella dell’Inter, Chivu aveva speso parole di grande trasporto verso Bastoni, Mkhitaryan ("intelligenza pura") e la coppia Thuram-Lautaro ("due maestri nei movimenti"). Beh, non bastano più. Non solo perché quella squadra è stata travolta a Monaco, e non è possibile prevedere quante tossine lascerà sulla pelle una sconfitta come quella, ma perché si è aggiunto un anno al gruppo più vecchio della Serie A e, in un calcio che va a mille all’ora e in cui tutti studiano tutto, certe giocate sono ormai prevedibili. Urge intervenire, per rinnovare e migliorare. Se Marotta e Ausilio avevano stilato piani di mercato prima di questa settimana per cuori forti, vanno rivisti: è il momento di costruire uno squadrone.  

TEST MONDIALE

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Come si diceva, incombe il Mondiale per club. Naturalmente un rischio per Chivu, perché un tuffo senza rete in cui lanciarsi tra qualche diffusa perplessità dell’ambiente (la maggioranza dei tifosi avrà un approccio scettico ma con l’apertura di credito che si riserva ai debuttanti e ai grandi ex), dall’altro la migliore opportunità per valutare la compatibilità dei giocatori con il nuovo tecnico. Chivu potrà dire subito la sua su chi deve restare o meno: i veterani alla Acerbi, così come le seconde linee che con Inzaghi giocavano poco (da Frattesi ad Asllani) e potrà anche misurare i due nuovi, Sucic e Luis Henrique oltre a qualche giovane. Una bella vetrina anche per i giocatori in cerca di riscatto e desiderosi di sovrapporre nuove foto a quelle delle loro facce distrutte scattate a Monaco. Se non fosse chiaro, la responsabilità di chi andrà in campo da oggi sarà ancora più grande.

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