Chivu, tre sigarette e tanti sassolini nella scarpa: con chi ce l'ha dopo la partita di Madrid

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"Ne ho fumate tre di fila", ha detto l'allenatore dopo la sconfitta in Champions. Nel mirino i sostituti, le palle perse, i calci d'angolo...

27 novembre - 15:35 - MADRID

Ha scaricato la tensione per mezz’ora, dopo il fischio finale, prendendosi del tempo per sé: “Ho fumato tre sigarette di fila”, ha raccontato Cristian Chivu, che dopo il 2-1 fatale di Gimenez ha voltato le spalle al campo e si è seduto in panchina. Sconsolato e sconvolto. Per lui è stata una vera mazzata perdere al 93’ una partita giocata bene, alla pari se non meglio dell’Atletico, non tanto per la classifica di Champions quanto per l’autostima del gruppo. Il quinto ko stagionale, il primo in Europa e il secondo consecutivo dopo il derby, condiziona inevitabilmente le valutazioni generali sull’Inter, che di sicuro non vive un periodo felice. “Prima o poi la ruota girerà – dice Chivu in uno slancio di ottimismo – nel calcio come nella vita la fortuna va e viene. In questo momento non siamo fortunati”. 

L’analisi

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 Ma c’è anche altro, dentro alle sue considerazioni. Sollecitato in diretta Sky da Fabio Capello, che fu suo allenatore alla Roma, Chivu ha ammesso che in effetti “chi è subentrato avrebbe dovuto fare meglio”. Nessuna accusa specifica, ci mancherebbe. Però è indiscutibile che le sostituzioni non abbiano rinfrescato la squadra quando stava maturando il primo pareggio in 17 partite. L’uscita di Bonny, che aveva spesso sconquassato la difesa di Simeone e aveva erogato l’assist per Zielinski, è apparsa poco comprensibile. “Volevo sfruttare la freschezza di Thuram e Pio, in attacco ho tante soluzioni” ha spiegato l’allenatore, che invece ha dovuto togliere Zielinski per infortunio (problema muscolare da valutare per Pisa). Però niente è andato bene nel finale. Sucic ha deluso, Frattesi e Luis Henrique non sono riusciti nei pochi minuti giocati a favorire le ripartenze che Chivu voleva dopo l’1-1: “Abbiamo preso un gol da calcio d’angolo pur avendo tutti i saltatori più alti in area ma l’errore è stato concederlo, l’angolo. Non dovevamo perdere il pallone in uscita”. Il destinatario del messaggio è Pio Esposito, che ha sbagliato un passaggio banale per Frattesi a centrocampo concedendo all’Atletico l’occasione decisiva. 

Il piano

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In sostanza, Chivu si sarebbe aspettato un’Inter meno bella e più cattiva. Non è la prima volta che la sua squadra si addormenta senza preavviso, dentro alle fasi più toste delle partite. Il primo gol, di Alvarez, sembra la fotocopia della rete di Pulisic nel derby, con tanto di pallone sradicato dalle caviglie di Calhanoglu. “Stiamo crescendo ma ancora non basta” sostiene l’allenatore, che alla vigilia della sfida del Metropolitano aveva parlato di “bicchiere pieno a tre quarti” e che ora ha realizzato che il livello dell’acqua è sceso. Domenica Pisa è un bivio senza scelte: vincere è obbligatorio per restare agganciati al treno scudetto e soprattutto per non accostare la parola “crisi” al percorso dell’Inter.

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