Chi è il flaco Balerdi, il difensore giochista che Tudor ha chiesto alla Juve

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Partito presto dall'Argentina, il centrale col doppio passaporto (anche italiano) piace all'allenatore croato che l'ha fatto crescere nel Marsiglia anche contro le pressioni dei tifosi

Guendalina Galdi

Giornalista

29 giugno - 11:31 - MILANO

Asado e Coca-Cola. Ma, eventualmente, solo nel weekend. Perché anche se ha detto di sentirsi marsigliese, c’è l’Argentina nelle sue vene e un sogno nel cassetto: che la Selecciòn un giorno vada a giocare a Villa Mercedes, dove è nato, a poco più di 30 chilometri da Cordoba. Leonardo ‘El Flaco’ Balerdi si è visto poco, o comunque meno di quanto avrebbe voluto, col Boca ma quella manciata di partite nel campionato argentino che gli aveva concesso Guillermo Barros Schelotto sono bastate per conquistare l’Europa: il Borussia Dortmund nel 2019 si è palesato in Sudamerica con 16 milioni e adiòs. Ma probabilmente sarà un arrivederci, perché il club del cuore è il Boca (lì dove è diventato difensore centrale, lui che prima giocava centrocampista davanti alla difesa), e per il momento Leo si ‘accontenta’ di essere uno dei difensori più richiesti sul mercato. E il Marsiglia sa di avere un tesoro tra le mani. 

incedibile?

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Non sorprende dunque vedere la famiglia del Velodrome fare muro intorno al suo capitano, anche se proprio su quella fascia al suo braccio si è parecchio dibattuto in Francia. Troppo presto? Sarà in grado di reggere la pressione? Per una parte di tifoseria la risposta è stata e a tratti continua a essere ‘no’. “Se inizi a considerare Balerdi un elemento chiave della tua squadra, è perché oggi l'OM non ha ambizioni”: radio-pensieri da Marsiglia al veleno, di quelli da arginare come gli attaccanti più pericolosi per evitare imbarcate o pensieri che affossano. Per sua fortuna Leo ha sempre creduto in se stesso e i suoi allenatori non gli hanno mai fatto mancare il loro sostegno, da Tudor a De Zerbi fino a Scaloni nell’Argentina. Un po’ come dei papà acquisiti, mentre a casa c’è mamma Maria. C’è sempre stata. C’era lei accanto al figlio quando un Leonardo nemmeno 14enne le si addormentò accanto nel lettone il giorno prima di lasciare casa per andare a vivere nel pensionato del Boca. Hanno acceso la radio, qualche canzone in sottofondo, poi una su tutte: ‘Princesa’ dei Las pastillas del abuelo, gruppo argentino che con quel brano canta di viaggi, insegnamenti, speranza. Il pallone tra le note l’ha aggiunto Leo ed è lì che ha capito che avrebbe voluto vivere solo di quello. 

difesa a 3 e duttilità

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Balerdi è entrato in punta di piedi nel cuore della difesa dell’OM e toglierlo da quella posizione così coccolata sarà tutt’altro che semplice. Ma le vie del mercato sono infinite e la Juve ci spera. Madama non è l’unica pretendente (occhio anche alla Roma che si è interessata), ma dalla sua ha un Tudor in più rispetto alle altre. Stagione 2022-23: Igor sulla panchina marsigliese, Leo sempre in campo. Imprescindibile.

Con il croato è cresciuto a pane, continuità e fiducia, e quell’anno alla fine saltò solo quattro partite, tre per squalifica e in una sola occasione è rimasto in panchina. Una garanzia quel #5, numero scelto in onore di Gago, suo idolo insieme a Riquelme, Palermo e Messi. De Zerbi quando è arrivato gli ha detto subito che lui, difensore che giocava sui 60 palloni a partita, avrebbe iniziato a toccarne il doppio. Duttile, perché può ricoprire tutte le posizioni di una difesa a tre, ma anche molto coinvolto nel gioco soprattutto in fase di impostazione. Con Tudor era più decentrato sulla sinistra, con De Zerbi più centrale. E i gol? Pochi. Ma quello contro il Monaco del gennaio 2024 ancora se lo ricordano: recupero palla sulla trequarti e poi gran destro potente dalla distanza. Guizzo.

e ora?

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Il futuro è ancora da scrivere ma l'estate di mercato alla fine è appena iniziata. Un po' come la sua carriera in nazionale. L'esordio è arrivato quando aveva vent'anni, una manciata di minuti nel 2019, poi niente fino al 2024. Dall'ottobre scorso Scaloni ha iniziato a dargli più fiducia e minuti; 6 presenze nelle gare di qualificazione ai Mondiali che sono tornate utili anche a quei (tanti) tifosi della Selecciòn che non lo conoscevano: "La Ligue 1 in Argentina è meno visibile della Premier o della Liga. Credo che otto persone su dieci, se lo incontrano per strada, non sappiano chi sia. Deve ancora costruirsi una reputazione, ma la sua partita contro il Cile (finita 1-0, Balerdi 79 minuti in campo, ndr) è un buon inizio per arrivarci" aveva detto un lucido Fabbri. Certo, l'infortunio di Lisandro Martinez ha aiutato ma l'importante per Leo - doppio passaporto argentino e italiano - era farsi trovare pronto quando necessario. Dalla Germania in poi gli hanno sempre riconosciuto una buona velocità di reazione, solidità nell'uno contro uno e la capacità di gestire palla in uscita dall'area di rigore. La Serie A sarebbe certamente una grande sfida, un'ulteriore prova di maturità. Marsiglia permettendo.

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