Decisivo un gol di Marcos Leonardo al 113'. Ora la squadra di Riad affronterà il Fluminense che ha fatto fuori l'Inter
dal nostro inviato Davide Stoppini
1 luglio - 07:34 - ORLANDO (STATI UNITI)
Un altro 4-3. Anche qui dopo 120 minuti. Simone Inzaghi disegna un altro…Barcellona, battendo il Manchester City di Guardiola e prendendosi i quarti di finale del Mondiale per club: venerdì la squadra di Riad affronterà il Fluminense, che ha eliminato l’Inter per un posto tra le prime quattro. No, non è una rivincita di Istanbul contro Pep, perché le due partite hanno un peso diverso. Ma la vittoria di Orlando arriva al termine di un match bellissimo, pieno di colpi di scena e con un epilogo sorprendente, a maggior ragione dopo un primo tempo condotto quasi in scioltezza dal City. Ma dal minuto 46 in avanti l’Al Hilal ha costruito la sua vittoria intorno a un blocco basso difensivo e a mille ripartenze, quasi sempre letali per Haaland e compagni. Il Frattesi dell’Al Hilal è stato Marcos Leonardo, che ha fissato il 4-3 al 7’ del secondo tempo supplementare, dopo il 2-2 del 90’ e le reti di Koulibaly e Foden nel primo supplementare.
PRIMO TEMPO
—
Inzaghi sorprende e sceglie la difesa a tre, piazzando Ruben Neves al centro del reparto e lasciando Milinkovic-Savic alle spalle di Marcos Leonardo almeno in fase iniziale, ma con l’ex Lazio ad abbassarsi per lasciare la posizione a Malcom in ripartenza. Guardiola tira dritto col 4-3-3 e prende subito il dominio del gioco. Non è che l’Al Hilal lascia il pallone, semplicemente non lo vede mai perché è sempre tra i piedi degli inglesi. Ne viene fuori un primo tempo quasi a senso unico: otto conclusioni nello specchio a zero, un tiro al bersaglio che vede un solo grande protagonista nella squadra araba, il portiere Bono. Che cade solo al minuto 9: l’inserimento di Ait-Nouri dà il via a un rimpallo che favorisce Bernardo Silva, libero di metter dentro da pochi passi. L’Al Hilal si lamenta per un fallo di mano di Ait-Nouri: il gioco resta fermo tre minuti, poi la rete viene convalidata. Il City trova sempre l’uomo libero sulle trequarti, Kanno fa da schermo ma non regge le frequenze di gioco di Bernardo Silva e compagni, Reijnders è ispirato e Gundogan comanda l gioco. Bono blocca prima Savinho in uscita al 25’, poi Gundogan, Gvardiol e infine Doku su imbeccata di Savinho. L’Al Hilal fatica, non funzionano bene gli interscambi tra esterni e mezzali soprattutto sulla sinistra. Solo a due minuti dalla fine del primo Kanno prova a pescare Marcos Leaonardo, la cui girata finisce fuori. È un segnale, però.
SECONDO TEMPO
—
Un segnale perché il secondo tempo è di tutt’altra pasta. L’Al Hilal impiega un battito d’ali per trovare il pareggio, alla prima conclusione in porta di Marcos Leonardo, bravo e rapido a girare di testa dentro l’area dopo un tentativo di Malcom. Guardiola fa una smorfia, Inzaghi ride. Il City prepara tre cambi, ma non fa in tempo a eseguirli. Angolo per gli inglesi – è il minuto 7 – e suicidio tattico, palla recuperata dall’Al Hilal, Cancelo con un esterno da urlo lancia Malcom che si invola tutto solo dalla metà campo e col sinistro batte Ederson. Ribaltone completato, a sorpresa. Eccoli allora, i cambi: fuori Gundogan, Gvardiol e Matheus Nunes, il tempo per Haaland – fin qui molto in ombra – di sfruttare stavolta sì un angolo di Bernardo Silva. È 2-2. Ma si gioca senza sosta. Malcom ha il tempo di involarsi in contropiede e guadagnarsi un rigore, che però è viziato da una precedente partenza in fuorigioco millimetrico. È una gara che vive di umori, a questo punto. Con l’Al Hilal che però adesso riparte, eccome se riparte. A 11’ dalla fine la chance capita sulla testa di Kanno, che tutto solo sugli sviluppi di una punizione manca la deviazione. Cinque minuti più tardi ancora City: testa di Akanji su angolo, palla sulla traversa e sulla ribattuta il tap-in di Haaland viene fermato sulla linea da un miracolo del nuovo entrato Lajami. Non c’è più tempo, si va all’extra time.
SUPPLEMENTARI
—
Guardiola toglie Reijnders e Haaland per Cherki e Marmoush. Ma la giocata vincente è quella di Inzaghi: minuto 93, terzo angolo di tutta la partita per l’Al Hilal, Koulibaly sale tra le teste di Ake e Ruben Dias e fa 3-2. Finita? Macché. Guardiola spende pure la carta Foden. Carta benedetta. Perché quando il City sembra giocarsi addosso, con un giro palla assai poco produttivo, la palla geniale la trova Cherki sul secondo palo, lì dove Foden incrocia con una perla di sinistro. Ancora parità e ultimi 15 minuti. Ne ha di più l’Al Hilal, che ora si trova che è una bellezza, mentre il City pare quasi dimenticarsi di correre all’indietro e invece il calcio prevederebbe anche questo. E allora, quando dalla sinistra Renan Lodi pesca Milinkovic Savic sul secondo palo, il gioco è fatto: girata di testa che Ederson respinge sui piedi di Marcos Leonardo, tap-in e 4-3. Un altro 4-3 per Inzaghi. Che per poco non arriva a farne cinque, con Ruben Neves. Ma forse è più romantico così. Se l’Inter non si fosse suicidata con il Fluminense, ci sarebbe stato un incrocio incredibile. Adesso l’obiettivo semifinale è materia solo per il demone che ha preso la residenza a Riad.