Nelle settimane che precedono
Natale aumenta il rischio di usura. Sono 800mila gli italiani
che hanno dichiarato di aver utilizzato il credito al consumo
per acquistare i regali tramite finanziamenti o prestiti
personali. Lo rileva l'Ufficio studi della Cgia di Mestre,
citando una recente indagine commissionata da Facile.it a mUp
Research. "È opportuno chiedersi: tutti hanno rivolto la propria
richiesta a banche o istituti finanziari ufficiali, oppure
alcuni hanno cercato sostegno presso "amici" o semplici
"conoscenti", accettando offerte potenzialmente rischiose?", la
riflessione della Cgia.
Le festività generano pressioni sociali che inducono molte
persone a ricorrere a prestiti per non deludere le aspettative,
determinando un aumento dell'accesso al credito che assume anche
forme illegali. L'incremento delle spese coinvolge anche
artigiani e piccoli commercianti che, a differenza dei
lavoratori dipendenti e dei pensionati, non dispongono né di
entrate certe né della tredicesima.
Al 30 giugno 2025 le aziende con sofferenze erano quasi
122mila, con un aumento del 3,6% rispetto allo stesso periodo
del 2024. La ripartizione territoriale più a rischio è il
Mezzogiorno con 42.032 aziende in sofferenza, in aumento del
6,3% rispetto all'anno prima. Seguono il Nordovest con 29.780
imprese, il Centro con 29.725 e il Nordest con 20.431. A livello
provinciale, rispetto a 12 mesi prima il peggioramento ha
interessato in particolare Grosseto con il 20,9% di imprese con
sofferenze in più, seguono Arezzo con il 18,7%, Siena con il
17,2%, Siracusa con il 15,8% e Ragusa con il 14,7%.
La Cgia continua a chiedere il potenziamento delle risorse a
disposizione del Fondo di prevenzione dell'usura, unico valido
aiuto a chi si trova in situazione di vulnerabilità. Il rischio
di usura, nota ancora l'Ufficio studi, si espande anche a causa
della stretta creditizia: in 12 anni, segnala ancora la Cgia, le
imprese hanno perso 350 miliardi di prestiti bancari, pari al
-34,4%.
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2 giorni fa
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