Cerchiai (Bper) sul risiko: "Fusione con Sondrio strategica, priorità ora è consolidare. Senza Unione bancaria l’Europa resta indietro"

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Il presidente di Bper in colloquio con l'AdnKronos: "Sono stati avviati 23 cantieri di integrazione, dalla banca depositaria, alla tesoreria enti, alla monetica, fino ai canali digitali, che procedono spediti"

"La nostra priorità oggi è consolidare. La fusione con la Banca Popolare di Sondrio è un progetto industriale importante, strategico e va portato a termine con attenzione". Così in un colloquio con l'AdnKronos Fabio Cerchiai, presidente di Bper, spiegando che il piano industriale "B:Dynamic Full Value 2027" "resta la bussola: un piano ambizioso che il mercato ha accolto con fiducia, e che sarà aggiornato con i dati di Banca Popolare di Sondrio a metà 2026. Trimestre dopo trimestre abbiamo dimostrato di mantenere gli impegni assunti".

Presidente Cerchiai, la fusione con Banca Popolare di Sondrio è attesa per aprile 2026. Quale è lo stato di avanzamento concreto dei cantieri di integrazione? A cosa puntate con questa fusione?

"Dalla chiusura dell’operazione stiamo lavorando fianco a fianco con i nostri colleghi di Banca Popolare di Sondrio cogliendo chiaramente la voglia di lavorare insieme e mettere a fattor comune le rispettive conoscenze e specificità, per formare un Gruppo sempre più forte e competitivo.

Sono stati avviati 23 cantieri di integrazione, dalla banca depositaria, alla tesoreria enti, alla monetica, fino ai canali digitali, che procedono spediti. È un lavoro impegnativo ma c’è grande collaborazione e spirito costruttivo da entrambe le parti. L’obiettivo è integrare nella maniera più efficace e responsabile la governance, le persone, i modelli di servizio, le competenze, la tecnologia, le procedure e i processi. In questi mesi abbiamo potuto sperimentare la professionalità dei colleghi di Sondrio e siamo certi che la fusione, che vogliamo abbia il minor impatto possibile in termini di disagio per i clienti, andrà a valorizzare le specificità e competenze delle nostre due realtà.

Bper ha una vocazione più orientata al segmento retail mentre Banca Popolare di Sondrio ha un profilo maggiormente focalizzato sull’attività corporate. Insieme valorizzeremo le nostre capacità in ambito wealth management e bancassicurazione con l’obiettivo di proteggere famiglie e imprese e tutelare e far crescere i risparmi dei nostri clienti.

Avremo una base patrimoniale ancora più solida e una rete commerciale che conterà circa 2.000 filiali al servizio di circa 6 milioni di clienti. La nuova realtà rimarrà focalizzata sul credito a persone, famiglie e imprese, sarà vicina ai territori e a tutti gli stakeholder e gestirà con competenza e responsabilità gli oltre 410 miliardi di euro di asset dei clienti, ai quali saremo in grado di offrire una gamma di prodotti e servizi sempre più ampia e competitiva per soddisfare le loro esigenze".

Il ministro dell’Economia Giorgetti ha sottolineato che “la fusione è un passaggio importante tra due istituti caratterizzati da una grande storia, solide radici e una forte vocazione territoriale. Si tratta di asset con un valore culturale prima ancora che economico, e gestirli responsabilmente è un dovere manageriale e civile. Il Governo osserverà con attenzione quanto accadrà”. Alla luce di questo contesto, come intende il nuovo gruppo bancario posizionarsi nel mercato dei capitali europeo, particolarmente sfidante, per garantire stabilità, crescita e valore agli azionisti, mantenendo al contempo il radicamento territoriale e la coesione culturale delle due realtà bancarie?

"Il contesto europeo è particolarmente sfidante e presenta una forte pressione su margini bancari, costi regolamentari elevati, competizione tra gruppi nazionali e transnazionali e crescente ruolo della digitalizzazione. Gli investitori tendono a premiare banche con solida redditività, basso rischio operativo, buona governance e chiara strategia di valore. Bper sta continuando a dimostrare credibilità su tutti questi aspetti. Il nostro gruppo presentava al settembre scorso coefficienti patrimoniali significativamente al di sopra dei requisiti regolamentari stabiliti dalla Bce. Anche grazie a questi indicatori, alla precisa strategia di crescita indicata dal nostro piano industriale e alla capacità dimostrata, trimestre dopo trimestre di consegnare ottimi risultati, BPER è in grado di offrire ai propri azionisti non solo stabilità, ma anche crescita e creazione di valore nel medio lungo termine".

Dal progetto di integrazione con Popolare di Sondrio si prevedono 800 uscite e 90 filiali in meno. Continuerete a investire nel capitale umano e come vi assicurate che questi cambiamenti non compromettano il servizio ai clienti e al territorio?

"Innanzitutto, la ristrutturazione non prevede solo le 800 uscite volontarie, e parliamo di pensionamenti o prepensionamenti che riguarderanno tutto il Gruppo, ma anche un piano di nuove assunzioni con competenze in particolare in ambito digitale e commerciale. È un processo di rinnovamento che guarda al futuro, come sempre condiviso con le organizzazioni sindacali (ndr. vedi accordo sottoscritto oggi). Nessun Comune attualmente presidiato verrà abbandonato nella riorganizzazione della rete. L’accorpamento di circa 90 filiali riguarda prevalentemente sovrapposizioni nei territori del Centro-Nord, le cosiddette filiali a specchio, con l’esclusione della provincia di Sondrio. Siamo e rimaniamo nei territori di appartenenza, riducendo solo le duplicazioni. Per noi lo sportello rappresenta non un costo ma un investimento, nel momento in cui restituisce valore grazie alla relazione che il dipendente può sviluppare giorno per giorno con il cliente".

Con la fusione cosa cambierà per i correntisti di Banca Popolare di Sondrio?

"Dal punto di vista pratico cambierà solo l’Iban per i titolari di conto corrente e l’Internet Banking per i privati e le aziende clienti. Sarà un passaggio guidato e tutti verranno accompagnati nell’ingresso in Bper con la massima cura e attenzione. I clienti di Banca Popolare di Sondrio avranno accesso ad un’offerta che - attraverso modelli di servizio specialistici e una più ampia gamma di prodotti - sarà in grado di rispondere sempre meglio alle loro esigenze".

Un giovane che ha il sogno di lavorare in Banca oggi quali competenze e skill dovrebbe avere?

"Le banche cercano oggi, oltre alla necessaria competenza, figure capaci di ascoltare, proporre soluzioni, costruire fiducia, un approccio sempre più consulenziale. Questo significa saper affiancare alle competenze tecniche, sensibilità, capacità di socializzare, di lavorare in gruppo, quelle che definiamo abitualmente “soft skills”. Qualità tutte da accrescere e sviluppare attraverso organici piani di formazione permanente. È altresì importante saper far uso degli strumenti digitali, di analisi dei dati, applicazioni e opportunità offerte dall’IA, la familiarità con le normative e la compliance, e anche una conoscenza approfondita dei prodotti e servizi quali bancassurance, investimenti, credito alle imprese, Esg, transazioni digitali.

Ma, in ultima analisi, sono convinto che la conoscenza e la capacità di costruire legami autentici siano skills fondamentali. Così come lo spirito di squadra, che è una forza potente. Nessun traguardo importante si raggiunge da soli: è la forza del gruppo a fare la differenza".

Tornando al tema risiko, una banca europea grande ha all’incirca 100 miliardi di dollari di capitalizzazione: JP Morgan sta all’incirca sui 600 miliardi, quindi un rapporto da 1 a 6. Perché dovremmo avere una serie di istituti che possono competere con i giganti americani e cinesi? Ma soprattutto – rileggendo il rapporto Draghi – come avere aggregazioni europee forti senza una vera unione bancaria?

"Oggi la capitalizzazione delle maggiori banche europee è intorno ai 70–120 mld, JP Morgan è oltre 600 mld, Bank of America sopra 300 mld, le cinesi Icbc e Ccb sono nella stessa fascia. Inoltre, le banche americane spendono decine di miliardi l’anno in tecnologia, AI, cybersecurity, data platform, mentre le banche europee, frammentate e più piccole, non riescono ad avvicinarsi a questo livello di investimenti. Poi c’è da considerare che un gigante globale assorbe meglio gli shock che possono scuotere e rendere instabile e volatile il settore finanziario. Ritengo che la biodiversità, così come in natura, sia un fattore essenziale anche nell’attività finanziaria e quindi credo che un ruolo importante possa essere svolto anche dalle banche più piccole, ma con grandi capacità di relazioni con la clientela quali ad esempio le banche di credito cooperativo. Sono però convinto che il sistema bancario italiano, abbia bisogno di attori forti, solidi e credibili, in grado di affrontare le sfide di diversa natura di oggi e, soprattutto, di cogliere le opportunità di domani, per sostenere l’economia reale con strumenti e capitali adeguati, in grado anche di competere sui mercati internazionali, rafforzare la capacità di servire i clienti, di investire in innovazione, di sviluppare i territori, di attrarre e trattenere talenti.

In un contesto che presenta dinamiche di cambiamento, la capacità di evolvere diventa condizione essenziale per mantenere la propria rilevanza competitiva.

È essenziale completare l’Unione bancaria. Oggi cosa manca? Sono stati realizzati 2 pilastri su 3: il Meccanismo di vigilanza unico e il Meccanismo di risoluzione unico. Manca il Sistema europeo di assicurazione dei depositi che è ancora in fase di proposta e richiede l’adozione da parte degli organi legislativi della UE. E finché manca questo terzo pilastro è normale che gli Stati non si fidino a condividere il rischio e che le fusioni cross-border risultino poco convenienti. Ma questo ci mette in difficoltà rispetto ai competitor non europei. È quindi auspicabile che la governance politica europea affronti velocemente questi nodi per poter avere anche in Europa realtà più grandi e competitive".

Risiko casalingo, operazioni M&A: per ora state a posto così? In futuro è possibile un vostro secondo tempo?

"Abbiamo detto più volte che la nostra priorità oggi è consolidare. La fusione con la Banca Popolare di Sondrio è un progetto industriale importante, strategico e va portato a termine con attenzione. Detto questo, il nostro piano industriale "B:Dynamic Full Value 2027" resta la bussola: un piano ambizioso che il mercato ha accolto con fiducia, e che sarà aggiornato con i dati di Banca Popolare di Sondrio a metà 2026. Trimestre dopo trimestre abbiamo dimostrato di mantenere gli impegni assunti".

In generale c’è da attendersi un secondo tempo del risiko bancario italiano? Magari europeo?

"I processi di aggregazione, a livello italiano e internazionale, non solo europeo, continueranno, il mondo va in quella direzione, è un tema di scala, di capacità di investimento, di offerta. Ma allo stesso tempo è importante, per tutti gli Istituti coinvolti nelle aggregazioni, consolidare il percorso di crescita, di modo che realizzi tutte le potenzialità e sinergie per cui è stato intrapreso". (Di Andrea Persili)

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