Casadei: "Grazie Toro, mai avuto dubbi, per me è un onore. Questa era la mia prima scelta"

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Il nuovo acquisto granata spiega la sua scelta: "Fiducia, storia, il modulo... Non vedevo l’ora di tornare a giocare in Italia, ringrazio il presidente Cairo per avermelo permesso"

Giornalista

4 febbraio 2025 (modifica alle 07:34) - INVIATO A TORINO

Bentornato a casa. Il Toro riporta in Italia Cesare Casadei, uno dei talenti più puri del nostro calcio.

Casadei, quanto ci teneva a tornare in Italia?

"Assolutamente... tanto. Non vedevo l’ora. Ci provavo già da un paio di stagioni ma, per un motivo o per un altro, venivo ostacolato. Ho fatto un altro paio di annate in Inghilterra che, comunque, mi sono servite tanto. Adesso è il momento giusto per mettermi in gioco in Serie A. E ne sono felice".

Perché ha scelto il Toro?

"Perché, sin dal primo giorno, è stata la prima società che ha mostrato tantissima fiducia verso di me. A cominciare dal presidente Urbano Cairo, che voglio ringraziare perché ha permesso di esaudire il mio desiderio di tornare in Italia".

Quali sono le sue prime sensazioni da calciatore granata?

"Sono molto belle. Come ormai tutti sanno, la trattativa è andata avanti per un bel po’. Dall’inizio del mercato di gennaio ci sono stati tanti alti e bassi. In questo mese è nato un bel rapporto con il Toro, come con il direttore Davide Vagnati con il quale c’è stato da subito un bel feeling. Oltre la fiducia di cui parlavo prima, il presidente Cairo ha fatto un grande sforzo economico per potermi avere: sono veramente grato al club. Ne sono sicuro: il Toro è la scelta perfetta per me".

Per lei quanto è stato importante il fatto che il Toro l’abbia voluta a tutti i costi?

"È stato decisivo, molto importante. È quello che mi serviva: essere in un club dove mi fanno sentire importante e nel quale io mi senta importante. Sento che posso dare un grande contributo al Toro. Arrivo da un semestre al Chelsea dove non ho giocato tanto, quindi avevo bisogno di ritrovare confidenza e fiducia. Il Toro mi ha corteggiato tanto, è stato un grande onore. Il direttore Vagnati lo sa, non ho mai avuto dubbi".

In cuor suo aveva deciso sin dal primo giorno?

"Il Toro è sempre stata la mia prima scelta. Per fortuna, siamo riusciti a portarla a termine".

Quali le prime impressioni su mister Vanoli?

"Lunedì, alla fine del mio primo allenamento, ho fatto una bella chiacchierata con il mister. Anche lui mi mostra grande fiducia. Bello, sono felice: è stato un bell’impatto. Tra l’altro, il mister è uno dei motivi per cui sono voluto venire qua".

Come mai?

"Lo conoscevo dagli anni in cui era con Conte all’Inter. Io ero un ragazzino della Primavera, qualche volta mi allenavo in prima squadra: più o meno so cosa chiede e come vuole che si giochi".

Oltre il Casadei calciatore, com’è Cesare?

"Mah.. (sorride, ndr), Cesare e Casadei sono la stessa persona. Sono un ragazzo sereno, faccio una vita tranquilla: dopo l’allenamento torno a casa. Il calcio rappresenta più dell’80% della mia vita".

Lei ha scelto di continuare a studiare?

"Per il momento ho sospeso gli studi dopo aver completato le Superiori, ma in futuro non si sa mai… Mi piacerebbe un giorno iscrivermi all’Università".

In questi giorni, che cosa ha visto di Torino?

"Poco o niente, solo uno sguardo di sfuggita al centro storico passandoci in macchina. Non ho avuto tempo: dovevo sistemarmi, fare le visite mediche, i primi allenamenti. Ora voglio vedere un po’ di case, mi voglio sistemare il prima possibile".

È entrato al Filadelfia: com’è stato l’impatto?

"E' stato emozionante. Se ne percepisce l’importanza, è un luogo che ti lega al club perché ti racconta e ti fa capire la grandezza della storia del Toro, di cui sono consapevole. Andrò subito a Superga per capire ancora di più cosa c’è dietro questa maglia e questi colori. So quanto è importante".

Ha visto Atalanta-Torino?

"Sì, certo. E anche molte altre partite precedenti: è da un bel po’ che seguo il Toro in tv sperando di poterci giocare".

Vederlo in tv che idea le ha trasmesso?

"Per il modulo e per come gioca, ha rafforzato la mia convinzione che sia il posto giusto per me".

A proposito, al Chelsea giocava da mediano…

"In questi anni ho giocato molto in una mediana a due. Ho imparato a stare in molte posizioni, a due in mezzo mi piace molto".

Che ne pensa della definizione di tuttocampista?

"Mi piace, sicuramente. Rende l’idea di una bella qualità, di un pregio. Ma non voglio autodefinirmi così, lascio giudicare agli altri".

Com’è la Premier?

"È un grande campionato, uno dei più competitivi al mondo. Io l’ho appena assaggiata, ma è stata un’esperienza che mi è servita molto".

Qual è l’insegnamento che le è rimasto di un allenatore come Enzo Maresca?

"Da lui ho imparato tantissimo. Mi ha insegnato una maniera diversa di vedere il calcio".

E di Pochettino?

"Mette grande passione in tutto quello che fa, mi ha lasciato questa lezione: serve aggiungere una grande passione in tutto".

Il Mondiale Under 20 le ha cambiato la vita?

"Direi di no. C’è stato un periodo in cui si parlava tanto di me, ma per la vita che faccio non ho risentito di questa popolarità. Sto molto in casa, di conseguenza non ha influito sulla mia persona".

Le piace più ricevere complimenti o critiche?

"Le critiche, costruttive e dalle persone giuste".

Che uso ne fa e come si relaziona con i social?

"Ci sono periodi in cui mi prendono di più, poi metto dei limiti. Una volta ho disinstallato Instagram, mi accorgevo che stavo perdendo tempo. Se usati nel modo giusto, possono darti qualcosa".

Quali sono stati i suoi modelli?

"Sono cresciuto con Kakà e Ronaldinho".

E Sergej Milinkovic Savic?

"Per caratteristiche fisiche e tecniche mi rivedo in lui, per me è stato di grande ispirazione".

È in Under 21, qual è il suo pensiero azzurro?

"La Nazionale è il mio obiettivo, al 100%. È una motivazione in più, vestire la maglia azzurra è impagabile. Ci penserò quando arriverà, adesso penso a come ci posso arrivare giorno per giorno".

Mamma Elena e papà Davide gestiscono una piadineria a Milano Marittima, lei dà ancora una mano d’estate?

"Purtroppo l’estate è diventata corta. Quando avevo tempo, se c’era qualcosa da fare lo facevo". Chiudiamo: qual è il suo sogno nel cassetto? «Vincere il Mondiale con l’Italia. Quando sogno, penso in grande. Quindi, sì: il sogno è essere protagonista in un’Italia che vince il Mondiale".

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