Calcio dell'altro mondo: la Nazionale delle Isole Marshall. Per dimenticare gli esperimenti nucleari

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Un gruppo di isole in mezzo al Pacifico, poco a nord dell'Equatore. Usato per anni dagli Stati uniti per esperimenti con la bomba atomica. Fino al 2020 era senza una squadra di calcio, ora la Nazionale ha disputato la sua prima partita internazionale e punta a entrare nella Fifa entro il 2030. Il segretario della Federazione Matt Webb: "Vogliamo far giocare tutti i bambini delle isole”

Francesco Albanesi

27 agosto - 15:30 - MILANO

Calcio ai confini del mondo. Se fosse il titolo di un film, Steven Spielberg avrebbe già l’ambientazione perfetta: un’isola in mezzo al Pacifico, con magari qualche squalo a rendere la scena più spettacolare. Non siamo ad Amity, ma alle Isole Marshall, un puntino da 36.000 abitanti a metà strada tra le Hawaii e le Filippine. Qui, tra atolli formati su antichi vulcani ormai inattivi, il pallone ha cominciato a rotolare solo da pochi anni. Fino al 2020 le Isole Marshall erano l’ultimo Paese al mondo senza una squadra di calcio. Poi, nel 2021, la nascita della Federazione calcistica marshallese: un progetto autofinanziato grazie a donazioni e crowdfunding, con giocatori amatoriali dai 15 agli oltre 40 anni. Tutto con un unico obiettivo: diventare una nazione membro della Fifa entro il 2030. E chissà, magari un giorno aprire quel cassetto dei sogni chiamato Coppa del Mondo. 

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