Ha chiuso in calo Piazza Affari una
seduta drogata dallo stacco cedola di 12 società, di cui 10 nel
paniere dell'indice Ftse Mb, che ha ceduto nel finale lo 0,85% a
42.298 punti. Brillanti gli scambi per oltre 4,9 miliardi di
euro di controvalore, il più alto nelle ultime 5 sedute. In calo
a 74,8 punti lo spread tra Btp e Bund decennali tedeschi,
sull'onda lunga del rialzo a Baa2 del rating italiano da parte
di Moody's. In calo di 1,9 punti il rendimento anno italiano al
3,44% e di 1,1 punti quello tedesco al 2,69%.
Hanno staccato la cedola, tra gli altri, Eni (-0,8%), che
senza il dividendo ha ceduto il 2,4%, Banco Bpm (+0,29%) che ha
lasciato sul campo il 3,4% senza la cedola. Analogo effetto per
Bper (-0,4% rettificato e -1,37% senza dividendo), Mediolanum
(+1,34% con cedola e -1,95% senza), Intesa (+0,22% con il
dividendo e -3,1% senza), Mediobanca (-0,8% rettificato -4,16%
senza lo stacco), Poste (-0,83% con la cedola e -2,73% senza),
Recordati (invariata con il dividendo e -1,28% senza), Tenaris
(-0,89% rettificato -2,33% senza cedola), Terna (-0,68% con il
dividendo e -1,98% senza) e Unicredit (+0,03% rettificato e
-2,24% senza dividendo).
In luce Interpump (+3,45%), Stellantis (+3,4%), che prevede
di aumentare la produzione della Citroën C3 per soddisfare una
domanda superiore alle stime. Forti acquisti su Prysmian
(+2,72%) e Saipem (+2,92%), spinta insieme a Tim (+1,99%) dalle
stime sull'intero esercizio degli analisti di Bloomberg. Pesante
Leonardo (-2,32%) insieme al resto del comparto della difesa in
Europa a seguito dei colloqui di pace per l'Ucraina a Ginevra,
più cauta invece Fincantieri (-0,61%).
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