Le Borse europee restano incerte
dopo il miglioramento a maggio dell'indice pmi manifatturiero
dell'eurozona, da cui emergono segnali incoraggianti sul fronte
della produzione e dell'ottimismo delle imprese. Sui listini
prevale l'incertezza legata a un inasprimento della retorica
americana sui dazi, con l'annuncio dell'innalzamento al 50% di
quelli su acciaio e alluminio, e nuove tensioni con la Cina.
Londra sale dello 0,1%, Milano oscilla sulla parità,
Francoforte cede lo 0,3% e Parigi lo 0,4% mentre i future su New
York sono in calo, con l'S&P 500 che cede lo 0,5% e il Nasdaq lo
0,7%. In deciso rialzo i rendimenti dei titoli di Stato, con il
Btp che sale di quasi sette punti base, al 3,54%, mentre lo
spread con il Bund è poco mosso, a quota 99, in attesa
dell'inflazione dell'Eurozona, domani, e della decisione della
Bce, giovedì.
A Piazza Affari, come in Europa, scivolano i titoli legati
all'export con in testa Iveco (-4,3%), Stellantis (-3,3%),
Cucinelli (-2,4%), Campari (-1,9%) e Stm (-2%) mentre avanzano
quelli della difesa, i petroliferi e le banche, con in testa
Tenaris (+3,5%), Leonardo (+2%), Eni (+1,3%), Saipem (+1,2%),
Mps (+1,1%) e Mediobanca (+0,8%).
Sul fronte energetico accelera il petrolio, tra tensioni
geopolitiche e tagli alla produzione inferiori alle attese, con
il Wti che sale del 3,3% a 62,82 dollari al barile mentre l'oro
si spinge a 3.347 dollari l'oncia, beneficiando del clima di
incertezza. La debolezza del dollaro slancia l'euro ai massimi
da fine aprile, con la moneta unica che avanza dello 0,7% a
1,143 sul biglietto verde. Secondo Morgan Stanley il dollaro
perderà un altro 9% nel giro di un anno scontando la debolezza
dell'economia americana e i tagli dei tassi della Fed.
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