Bologna, tris d'assi: Italiano ha il suo centro di gravità con Odgaard, Freuler e Ferguson

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Qualità, gol, gestione ed esperienza: dopo la sosta, il tecnico li rivuole tutti assieme

Matteo Dalla Vite

Giornalista

12 ottobre - 11:12 - BOLOGNA

Se girano loro, gira tutto. Tre moschettieri? Mettiamola pure così ma certamente quando sono insieme nulla accade per caso e quel che succede il più delle volte è qualcosa di buono. Poco alla volta, e uno alla volta, Vincenzo Italiano sta riabbracciando il trio formato da Lewis Ferguson, Remo Freuler e Jens Odgaard: uno – o due – per gara fanno “tot”; tutti e tre insieme fanno “tot+tot”, misura non quantificabile ma il più delle volte portatrice di dividendi. Perché insieme i tre danno qualità, gioco, capacità gestionale, gol

Il Vitinha di Italiano

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Quel mattoncino che sa di rinascita è storia di giovedì: Lewis Ferguson realizza il suo primo gol con la nazionale scozzese, "uno di quei sogni che hai da bambino". Lewis è uscito dalla rottura dei legamenti crociati - e non solo - capitatagli nell’aprile 2024: poco alla volta ha ricominciato a crescere, con alti e bassi tipici di chi comunque deve sentirsi come una volta e che per farlo conosce sprint e anche frenate, magari affaticamenti muscolari o piccoli stop&go. Così è stato per lo scozzese che era rientrato a fine 2024 (novembre) e il cui ingresso era coinciso con il decollo del Bologna. Oggi Lewis sta bene, sta ritrovando forma e brillantezza in attesa di metterla anche nel Bologna. Per Italiano lui deve vivere inizialmente basso davanti alla difesa per poi andare ovunque. Tuttocampista vero, di quelli che gestiscono, si inseriscono, fanno da sponda e palleggiano. Come lo pensa Italiano? Un Vitinha. Il 100% sta arrivando

Remo+10

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Poi c’è Freuler, per il quale il Bologna sta lavorando sull’allungamento di contratto (1+1). Assist con la Svizzera contro la Svezia, la capacità e la forza di giocare sempre. L’anno scorso saltò giusto 4 partite (squalifica in Champions e in campionato, 2 volte per influenza in nazionale) fra Bologna e Svizzera; quest’anno panchina a Lecce e poi sempre in campo. Il Professore è un concentrato di longevità, "perché – disse alla Gazzetta – se ti alleni sempre al 100% vai a cento, se una volta lo fai a cento e l’altra al 40% è la volta buona che vai alla metà della velocità e del rendimento". Remo+10 è la formula dalla quale Italiano non deroga: sceglie lo svizzero e poi attorno il resto, più o meno va così. 

Jens we can

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Il terzetto d’oro è completato da Jens Odgaard: l’anno scorso - da titolare - ha fatto 25 partite. Con lui, 14 vittorie, 7 pareggi e solo 4 ko. La sorpresa, in negativo, è che la Danimarca non lo calcola proprio: niente nazionale, strano. Il primo è quello - lui nato centravanti e cresciuto nell’Inter - di essere il "facilitatore" del Bologna. "Nel momento in cui andavamo a riempire l’area, ha fatto tanti gol - ricordava Italiano -. Quando c’è lui siamo capaci di essere più arrembanti e con tante soluzioni". Un trequartista che nasce centravanti porta tre cose in più: il sacrificio, la visione della porta, gli inserimenti. Con lui (due gol di fila a Lecce e al Pisa) il Bologna scorre. E intanto è rientrato in gruppo Sulemana, come previsto: “centro risorse”.

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