Bettarini: "Ero troppo bello per fare il calciatore. Zamparini con un mago mi fece fare un rito..."

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L'ex difensore si racconta: "Io donnaiolo? Mi fa incazzare e ridere: mai preso una multa. Galliani e Moggi non mi presero per la bellezza. Fatto fuori dal GF Vip per una bestemmia mai pronunciata, le mie ex avevano paura che parlassi di loro. Quando hanno accoltellato mio figlio ho avuto paura vera"

Francesco Pietrella

Giornalista

15 settembre - 07:47 - MILANO

In Versilia il vento soffia così forte da tenerti sveglio a rispolverare cartoline. Di quando Cellino scappò dalla finestra di un albergo per non farsi trovare da un agente o quando si diceva che "il Betta" fosse "troppo bello per fare il calciatore". Stefano Bettarini, 53 anni, terzino mancino con più di trecento partite tra i pro’ e 15 anni di reality in tv, risponde col fruscio del vento in sottofondo: "Vivo a Viareggio con Nicoletta, la mia compagna. Il calcio e la televisione non mi mancano. Negli anni ho investito nel mattone e va bene così, oggi si può dire che non lavoro e mi godo la vita. Non ho buttato via i soldi: i miei genitori mi hanno insegnato a non sperperare nulla, ma i miei sfizi me li sono tolti lo stesso".

Il regalo col primo stipendio?

"Una Bmw. Era l’anno del militare, giocavo nel Baracca Lugo in C1 e guadagnavo 24 milioni di lire. La macchina costò 48, il resto li mise mio padre. Glieli ho restituiti a rate".

primi piani venezia 2001/2002 - PRIMI PIANI VENEZIA CALCIO 2001/2002
NELLA FOTO BETTARINI
FOTOSERVIZIO ALDO LIVERANI - Fotografo: aldo liverani

Papà Mauro come la punzecchiava?

"Mi diceva che non sarei mai arrivato in Serie A. Il giorno prima del debutto, Cagliari-Torino, lo chiamai spavaldo. 'Visto, sì?'. Lui mi gelò: 'L’importante non è arrivare ad alti livelli, ma restarci'. È morto a dicembre, mi manca molto. Lui giocò nelle giovanili della Roma, mio nonno lo fece smettere perché fu bocciato due volte al classico. In famiglia sono tutti laureati. L’unico asino sono io, che ho inseguito un sogno".

Che calciatore è stato?

"Un fluidificante mancino dal bel piede, a tutta fascia. Sarò onesto: così, a quei tempi, ce n’erano pochi. Pancaro e Zambrotta erano destri e quindi adattati. Poi c’era Maldini, l’idolo di sempre. Un'altra categoria".

Si è sentito sottovalutato?

"Sarò onesto anche qui: ho fatto la giusta carriera. Mi è mancato giocare in una grande squadra. L’avrei meritato, ma al mio agente dicevano sempre la stessa cosa…".

Del tipo?

"Bettarini è troppo bello per fare il calciatore. Lo dissero Galliani e Moggi quando ero in ballo per Milan e Juve. Questa nomea mi ha danneggiato. Una volta partecipai a una sfilata alla fashion week e me ne dissero di tutti i colori. Anche la società si incazzò. Oggi i giocatori incidono dischi, lanciano brand, fanno di tutto".

 UDIENZA SEPARAZIONE IN CORSO - Una foto di archivio del 31 Marzo 1998 del matrimonio di Simona Ventura e Stefano Bettarini . FRANCO SILVI/ARCHIVIO ANSA/DEF

Mai scappato da un ritiro?

"Mai. Venivo considerato come quello che faceva disastri, ma non era vero".

E la nomea di donnaiolo?

“Mi ha fatto sia incazzare sia ridere. A me le donne sono sempre piaciute, ma non ho mai preso una multa o altro perché andavo a fare serata. A Lucca Orrico ci pesava ogni giorno. C’erano ragazzi che pur di perdere mezzo chilo dopo una serata facevano gli skip col giaccone. Io invece avevo i paparazzi alle calcagna che mi seguivano ovunque. Quando ero sposato con Simona Ventura avrò detto no a duecento eventi".

Come vi siete conosciuti?

"In Sardegna. All’epoca giocavo nel Cagliari, lei venne alla presentazione della squadra. All’inizio non volevamo far uscire la notizia. Lei andava in giro con una parrucca".

È vero che scoprì i suoi tradimenti tramite un investigatore?

"Sì, ma parlarne non ha più senso".

Oggi in che rapporti siete?

"Ci siamo separati vent’anni fa, ognuno fa la sua vita. I nostri figli hanno 27 e 25 anni, non abbiamo più bisogno di fare la famiglia allargata".

 L'ex Stefano Bettarini rincorre Moreno Torricelli. (AP Photo / Renato Ferrini)

Nel 2018 Niccolò fu accoltellato 11 volte fuori da una discoteca.

"E i suoi aggressori sono liberi, non mi ci far pensare. Oggi lui fa il personal trainer, è un armadio a due ante, sfoga la sua rabbia in questo modo. Ha sfiorato la morte, non lo superi mai".

Ha temuto che morisse?

"Sì. Ho avuto paura, ma paura vera”.

Torniamo al calcio. Un flash su Zamparini?

"L’ho avuto a Venezia. Quando le cose andavano male chiedeva consigli a un mago. Mi convinse a spargermi un etto di rognone sul petto per scacciare il malocchio".

Massimo Cellino, Cagliari.

"Pur di non farsi trovare dal mio agente scappò dalla finestra di un albergo. La Fiorentina mi voleva, ma lui non ne voleva sapere. In Sardegna sono stato da Dio".

Edmundo, ex compagno alla Fiorentina.

"La Viola ha uno scudetto in meno perché lui scappò in Brasile per il Carnevale. Cecchi Gori gli disse che a Firenze c’era Bagno a Ripoli, e quindi il mare. Quando scoprì che non era vero andò fuori di testa. Io e Cois lo portavamo a Viareggio a mangiare il pesce. Un fenomeno: a Empoli vinse una partita da solo dopo aver lanciato una ciabatta al vice del Trap prima di una riunione. Era rimasto a dormire fino a tardi".

Batistuta, invece?

"Un fenomeno. Anche se un po’ tirchio. A Firenze aveva questa nomea".

Nel 2004 Trapattoni le regalò l’esordio con l’Italia.

"Debuttai a Palermo contro la Repubblica Ceca nel periodo in cui Simona presentava Sanremo. Il sogno di una vita. Mi dispiace di aver smesso a 33 anni. Avrei potuto continuare per altri 4, ma la squalifica di cinque mesi per omessa denuncia fu disgustosa. C’è gente che si è venduta l’anima e ha continuato. Per perquisire la mia casa si presentarono in venti. Fuori c’erano dozzine di giornalisti. Uno schifo. Sono stato assolto dopo 9 anni di calvario".

Anche nel 2011 fu indagato per le scommesse. Ilievski la accusò di pagare i calciatori.

"Cavolate. Il Chievo mi tesserò per darmi una mano: mi serviva un altro anno per arrivare a prendere la pensione. Ne servono 17 di professionismo, io ero a 16. Risultavo tesserato, ma non mi sono mai presentato a un allenamento. Non conoscevo neanche i giocatori. La verità è che il pm prometteva sconti di pena in cambio di nomi. Io ero mediatico e lui mi tirò in mezzo".

 BALLANDO CON LE STELLE , NUOVA EDIZIONE.  Stefano Bettarini con Samanta Togni questa sera durante la prima puntata del programma ''Ballando con le stelle''. ANSA / ALESSANDRO DI MEO /JI

Quindici anni di reality, poi. Come nacque tutto?

"Volevo divertirmi. Non ho mai pensato di fare l’allenatore. Avevo bisogno di staccare un po’ dopo la separazione. Andai tre mesi in Africa grazie alla Talpa nel 2005. Ho chiuso nel 2020 dopo il Grande Fratello Vip. Lì fui squalificato per una bestemmia mai pronunciata. In realtà le mie ex fidanzate fecero pressione per farmi fuori perché avevano paura dicessi qualcosa su di loro. Non l’avrei mai fatto".

 SAMPDORIA - JUVENTUS Nedved e Bettarini in azione durante la partita 
Sampdoria -Juventus, disputata oggi a Genova. 
LUCA ZENNARO /ANSA/ KLD

Con Nicoletta Larini come va? Ventidue anni di differenza sono molti.

"È vero, ma abbiamo messo a tacere i gufi. Ci dicevano che saremmo durati sei mesi, ma stiamo insieme da otto anni. Mi è stata vicina quando il Bettarini personaggio, mediatico e quant'altro non era più tale. È un dono della vita".

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