Berrettini e l'ombra del ritiro 'devo riflettere'

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Entrambi hanno salutato Wimbledon al primo turno. Ma le parabole di Fabio Fognini e Matteo Berrettini stanno seguendo traiettorie divergenti, possibili preludio di scelte simili, eppure frutto di sensazioni opposte. Il primo, a 38 anni, ha costretto Carlos Alcaraz e lottare cinque set per batterlo. Ed ha salutato il Centre Court con il sorriso di chi sa di aver dato tutto per chiudere al meglio quella che probabilmente è stata la sua ultima apparizione sull'erba londinese. Consapevole di aver contribuito ad offrire uno spettacolo che resterà nella memoria degli appassionati di tennis, come ha dimostrato la standing ovation dei 20mila spettatori.

Dopo il ko, sempre in cinque set, con il polacco Kamil Majchrzak (numero 109 del mondo), il 29enne Berrettini (n.35) era invece il ritratto della delusione. Uscito dal campo a testa bassa, si é presentato davanti ai media con un filo di voce, demoralizzato come non si era visto nemmeno nei momenti più bui di una carriera tormentata dagli infortuni. La battuta d'arresto nel suo 'posto felice', dove nel 2021 aveva assaporato l'emozione di giocare una finale, ha lasciato il segno. Non solo nel risultato, ma soprattutto per le difficoltà riscontate nel match.

"Fisicamente non mi sentivo neanche così male - ha mormorato nella sala stampa dell'All England Club - Ma sono mancati totalmente il mio solito atteggiamento e l'energia, tutto quello che ha caratterizzato la mia carriera". Dopo l'infortunio subito agli Internazionali di Roma, Matteo ha dovuto faticare per trovare posto a Wimbledon: "Sono state settimane difficili, ho avuto molti down e molti momenti in cui dovevo decidere se provarci o no. Fondamentalmente sono un po' stanco, stanco di dover sempre rincorrere - ha spiegato il romano - Ho bisogno di prendermi qualche giorno per riflettere, pensare al mio futuro, perché stare in campo così non è quello che voglio". Parole dettate dallo scoramento che, però, potrebbero anche suonare come l'annuncio di scelte drastiche: "Ho bisogno di tempo per riflettere e capire cosa fare". Dopo tanti problemi fisici, magari ora é nella testa di Berrettini che qualcosa non va: "Forse mi sono rotto anche lì - ha ammesso - Troppe volte ho messo la parte fisica davanti a quella mentale, senza dare importanza a come mi sentivo dentro".

L'altra faccia della medaglia azzurra é Fognini. Attuale numero 134 del ranking Atp, il ligure é salito fino alla nona posizione in singolare nel luglio 2019, ed alla settima in doppio nel luglio 2015. E' quindi l'unico italiano presente nella top 10 di entrambe le specialità dall'introduzione della classifica computerizzata. Dopo il match con Alcaraz, si é preso qualche giorno per decidere - "davanti a un bicchiere di vino" - se chiudere una carriera da specialista della terra rossa, superficie sulla quale ha vinto otto dei suoi nove titoli del circuito maggiore.   

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