Bce all'ottavo taglio dei tassi, sul 'dopo' è rebus dazi

1 giorno fa 6

La Bce prepara l'ottavo taglio dei tassi al 2%, livello che si pensava fosse quello finale prima che l'economia europea finisse nel mirino dei dazi di Trump. Ma sul dopo, con i mercati che prezzano un'altra riduzione del costo del denaro fra settembre e ottobre, sarà difficile dare indicazioni chiare in attesa di risultati dal negoziato fra Bruxelles e Washington.
    Christine Lagarde tenterà un difficile atto di equilibrio nella conferenza stampa al termine del Consiglio direttivo di domani, che dovrebbe ridurre i tassi di un altro quarto di punto: si decide "riunione per riunione", sulla base dei dati, dovrebbe essere la formula usata dalla presidente Bce, mentre i tecnici lavorano a vari scenari. ma lasciando la porta aperta da ulteriori tagli dei tassi. I mercati, poi, attendono parole chiare sul completamento del suo mandato, dopo che il Financial Times nei giorni scorsi aveva dato notizia di un accordo per la sua successione al vertice del Forum economico mondiale di Davos prima del termine naturale alla Bce.


    A far propendere gli investitori verso un ulteriore taglio all'1,75% nelle riunioni di settembre o ottobre sono gli ultimi dati: l'Ocse ha appena sforbiciato all'1% la stima di crescita per l'Eurozona nel 2025, e oggi l'indice Pmi tedesco che anticipa la tendenza del Pil è sceso da 50,1 di aprile a 48,5 per il mese di maggio. Va meglio per Spagna e Italia, che registra un miglioramento del Pmi servizi a 53,2 a fronte del peggioramento della manifattura con Confindustria che segnala imprese "meno pessimiste" e "aspettative in lieve miglioramento".
   

Il mercato prende nota, con lo spread Btp-bund a nuovi minimi dall'inizio del 2021 a 96 dopo un collocamento sindacato di Btp a cinque anni e Green che ha visto un boom di domanda per oltre 210 miliardi di euro. Sullo spread pesa anche il via libera della Germania al maxi-pacchetto di tagli delle tasse per le grandi imprese, che fa impennare la Borsa di Francoforte a +0,77% col Dax ai massimi storici con Ftse Mib piatto in chiusura. Per l'Eurozona il verdetto dei Pmi è una discesa da 50,2 a 50,4: crescita debole, "vicina alla stagnazione". Il capo economista Bce Philip Lane ha poi osservato di recente che l'euro forte, assieme al calo dei prezzi energetici e al potenziale rialzo dell'import dalla Cina nel caos dei dazi americani, potrebbero portare a "una minore inflazione".
    Dipenderà dagli esiti della partita globale innescata dal Liberation Day di Trump. Ma decisive, per le prossime mosse della Bce, saranno le nuove stime su inflazione e crescita a tre anni che Lagarde presenterà domani, con i prezzi che a maggio sono rallentati all'1,9% indicando che il target Bce è sempre più vicino.
   

Di certo, il lavoro della Bce appare meno complicato di quello della Fed, che valuta l'impatto negativo dei dazi per la crescita Usa - sancito dall'Ocse che ha quasi dimezzato la previsione sul 2025 all'1,6% - e quello inflazionistico che rischia di legare le mani alla banca centrale. Dal Beige Book arriva la valutazione di una crescita e inflazione più deboli, che con l'indice manifatturiero Ism oggi in calo per la prima volta da un anno rafforza le attese di due tagli dei tassi quest'anno per evitare una recessione.

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Leggi l’intero articolo