Audi Concept C: segnali emozionanti dal futuro

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Anticipa il futuro della Casa di Ingolstadt con una rivoluzione silenziosa: design e interni essenziali ma non banali e un motore elettrico posteriore che regala piacere di guida. Non è una concept da salone, ma il prototipo di una sportiva che si guida davvero bene, pronta a riportare emozione e meccanica al centro del marchio dei quattro anelli

Riccardo Piergentili

20 ottobre - 00:02 - BRESSANONE (BZ)

Audi Concept C non è la solita show car da salone. È un pezzo di futuro che si muove e accelera forte. Una vettura funzionante, non un render patinato. Tanto concreta che Audi ha dichiarato che il 90% di quello che si vede oggi arriverà veramente su strada. Solo il 10% verrà modificato per esigenze di omologazione, sicurezza, produzione. Il test non è avvenuto in pista o in un centro prove chiuso, ma su una strada vera, lenta, tecnica, scelta proprio per capire come reagisce una sportiva elettrica quando si toglie il filtro degli schermi e resta solo il volante. E se questa è la direzione del marchio, allora qualcosa in Audi sta davvero cambiando.

1Design: Tagliare con il passato, in silenzio

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La Concept C è una "targa" elettrica, metà coupé metà roadster, con tetto rigido ripiegabile elettricamente. Ma più delle proporzioni, colpisce la filosofia: puntare alla chiarezza. Vuol dire superfici piene, niente spigoli inutili, niente prese d’aria finte. La calandra diventa una cornice verticale ispirata all’Auto Union Type C del 1936, simbolo di ritorno alle origini. Il colore “Titanium” avvolge la carrozzeria come un metallo liquido: caldo, tecnico, senza eccessi. I gruppi ottici anteriori e posteriori sono composti da quattro elementi luminosi orizzontali, la firma Audi di domani. Eleganza sì, ma senza barocco.

2Interni: addio ai super tablet, bentornati comandi

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L’abitacolo sembra uscito da un laboratorio di architettura: pulito, concreto, quasi zen. Qui il display da 10,4 pollici sparisce quando non serve, per non distrarre. Rimangono pulsanti fisici, tanto alluminio anodizzato, con quel famoso “click Audi” che ti ricorda che stai toccando qualcosa di vero. Il volante è rotondo (evento quasi rivoluzionario nel mondo dei volanti tagliati), con anelli Audi in metallo e comandi essenziali. L’ambiente è costruito intorno al guidatore, leggermente disassato verso il centro, quasi come su un’auto da corsa. Pochi colori, tanta sostanza. Audi ammette che la digitalizzazione ha reso le auto più “intelligenti”, ma meno coinvolgenti. La Concept C nasce per invertire la rotta: tornare a parlare di sterzo, freni, accelerazione, bilanciamento, non solo di aggiornamenti Ota e assistenti vocali.

3Come va: non è l’elettrica che spara e muore

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E ora la parte che conta davvero: come va. La Concept C adotta una soluzione inattesa per Audi: motore elettrico singolo, posizionato al posteriore, trazione posteriore pura. Niente quattro ruote motrici, per ora... Niente anteriore che tira. Una scelta coraggiosa, quasi controcorrente rispetto alla tradizione di Ingolstadt. La potenza stimata è intorno ai 500 Cv; Audi non conferma, ma il modo in cui la vettura accelera lo lascia intuire. Nessun cambio meccanico, ma una simulazione di cambiata è prevista per la versione di serie: non per esigenze tecniche, ma per dare ritmo, per far percepire la coppia, per restituire coinvolgimento. Finalmente una vettura elettrica che non “spara e muore”. La prima sorpresa è l’erogazione. Le elettriche solitamente spingono violentemente nei primi millimetri di gas e poi calano, come se avessero già detto tutto. Qui no: risposta iniziale più dolce, quasi “termica”, poi la coppia cresce, e cresce, e non molla. Il risultato è un’accelerazione più emozionale che brutale.

4Come va: Connessione diretta con l’asfalto

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Lo sterzo è diretto, leggero quanto basta, ma soprattutto naturale. Non sembra filtrato da una centralina che decide cosa farti sentire: trasmette quello che serve. Il bilanciamento è sorprendente: niente sensazione di pesantezza tipica delle elettriche. Il pacco batterie è centrale, basso, e il retrotreno dove viene trasmessa la coppia motrice dà sensazione da auto scolpita sull’asfalto. Chi conosce le Audi a motore anteriore e trazione integrale lo sa: tendevano al sottosterzo pulito, sicuro, ma non troppo emozionante. Qui il copione è stato strappato. La Concept C entra in curva neutra, quasi incredula di se stessa. Il retrotreno spinge, ma non scoda. Il muso segue, preciso. È merito della batteria piazzata al centro, dell’asse posteriore con la coppia e di un assetto che non mente. Solitamente, nelle curve lente, un’elettrica tradisce il peso. Questa no: sembra scolpita nell’asfalto, non appoggiata sopra. E questo è il segnale più chiaro: non è un esercizio stilistico; è una vera macchina da guidare.

5Perché Audi ha fatto provare la Concept C

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Per una ragione semplice e rivoluzionaria: questa Concept C non è un sogno. È il nuovo capitolo dell’azienda. Audi lo sa e lo dichiara apertamente: l’auto tornerà a parlare di emozioni, non solo di software. E per farlo, serve coinvolgere chi guida, mettere le mani sul volante, capire se l’idea funziona davvero. Molti dei contenuti tecnici (motore posteriore, filosofia minimalista degli interni, display a scomparsa) arriveranno su modelli di serie entro il 2027 e saranno adattati anche a vetture con motore termico, ibride e range-extender. Inoltre, Audi rompe con le mode delle linee esasperate e torna all’essenza. Niente giochi estremi di pieni e vuoti, niente volontà di stupire per due saloni e poi invecchiare. La Concept C è pensata per durare nel tempo, come quelle auto che tra vent’anni non sembrano vecchie, ma coerenti.

6In poche parole

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La Concept C non fa rumore perché è elettrica, ma fa rumore per ciò che rappresenta. È la prima Audi che non cerca di imitare il “termico”, ma di reinventare l’emozione con un motore elettrico posteriore, un telaio sincero e un abitacolo libero da distrazioni. È l’inizio di una fase nuova in cui la guida torna al centro. In cui non conta il numero di pollici dello schermo, ma quanti millimetri muovi il volante per sentire cosa succede sotto le ruote. Se questa è l’Audi del futuro, allora sì: il futuro ha ancora il volante. Ed è un’ottima notizia.

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