Assofondipensione esprime "forte
contrarietà alla modifica della disciplina del contributo
datoriale alla previdenza complementare introdotta dal governo
nell'ambito della legge di bilancio. La soppressione del ruolo
della contrattazione collettiva nella definizione della
destinazione del contributo a carico del datore di lavoro
rappresenta una scelta grave, che mette in discussione
l'architettura stessa della previdenza complementare costruita
nel nostro Paese negli ultimi decenni", si legge in una nota
nella quale si chiede: "il ritiro della modifica introdotta dal
Governo e l'apertura immediata di un confronto con le parti
sociali e con i soggetti rappresentativi del sistema, al fine di
salvaguardare il ruolo del contributo contrattuale e la funzione
sociale della previdenza complementare".
"Il contributo datoriale non è un elemento accessorio né un
beneficio individuale, ma una componente essenziale che deriva
dal sistema negoziale che vede impegnati i soggetti promotori
dei fondi pensione, definita attraverso accordi collettivi e
finalizzata a garantire mutualità, equilibrio tra le parti,
contenimento dei costi e tutela degli aderenti. Rimuovere questo
presidio significa alterare profondamente il rapporto tra
contrattazione, adesione su base contrattuale e funzione
previdenziale del secondo pilastro.
L'apertura alla piena portabilità del contributo datoriale verso
qualsiasi forma pensionistica, senza vincoli contrattuali,
espone i lavoratori al rischio concreto di transitare verso
strumenti di previdenza complementare con costi
significativamente più elevati e con assetti di governance meno
trasparenti, indebolendo nel tempo l'adeguatezza delle
prestazioni pensionistiche".
"Una scelta che appare tanto più incomprensibile se si considera
che i fondi pensione negoziali hanno dimostrato, nel tempo,
solidità, efficienza e capacità di tutelare gli interessi di
milioni di lavoratrici e lavoratori".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA

3 ore fa
1










English (US) ·