Il dj porta il suo progetto 'Symphony of Caos' al Fabrique di Milano: E' la massima espressione del mio percorso artistico. Io cresciuto ascoltando un po’ di tutto, da classica a Slipknot"
Combinare l'arte della consolle con la direzione di un'orchestra dal vivo non è un mestiere per tutti. Tranne che per Asco, il deejay, produttore e direttore d’orchestra che ha rivoluzionato la scena musicale internazionale con il progetto 'Symphony of Caos', un’esperienza a 360 gradi che combina musica sinfonica e techno, visual scenografici e spettacoli pirotecnici, attirando decine di migliaia di spettatori sia in Italia sia all’estero. Scoperto da Sander Van Doorn e Blasterjaxx, Asco, al secolo Alessandro Xiueref, ha collaborato con etichette come Spinnin' Records, Hexagon e Revealed, consacrando il suo stile unico che amalgama armonia classica e ritmo elettronico. E domenica si prepara a portare il suo clash di classica ed elettronica sul palco del Fabrique di Milano assieme a 23 orchestrali, tra archi, fiati e percussioni, e il rinomato Coro Ventidio Basso. L’AdnKronos lo ha intervistato a pochi giorni dallo show.
Come è nata questa idea di mixare archi e musica techno?
"Il primo a fare questa cosa, tantissimi anni fa, è stato Armin Van Buuren. Vederlo esibirsi con l'orchestra mi ha fatto pensare che fosse il punto massimo al quale potesse arrivare un dj. Poi durante la pandemia di Covid ho cercato di fare dei live stream, con delle contaminazioni che andassero oltre il mondo dell'elettronica, con strumenti più classici. Da lì, insieme al sindaco della mia città natale, Ascoli Piceno, è nata l'idea di uno di uno show che potesse celebrare la riapertura alla vita. Ho pensato a uno spettacolo in grande, con l’orchestra. Era da un po’ che lo sognavo e lui era d'accordo. Inoltre, c’era anche un mio brano di stampo orchestrare che GoPro aveva selezionato come musica per un suo spot pubblicitario. Facendo 1+1 è nata questa idea che all'inizio era molto, molto caotica, una sperimentazione. Un progetto che anche oggi risulta nuovo agli occhi delle persone, ma che in realtà si è già rinnovato e affinato".
E tu come la definiresti la tua 'Symphony of Caos', cos'è?
"E’ la massima espressione del mio percorso artistico e musicale. Sono cresciuto ascoltando un po’ di tutto, da quello che capitava in radio a cd di musica classica, ma anche gli Slipknot. Poi ho iniziato a produrre musica interfacciandomi con i generi dance pop, house, Idm. Come dj ho iniziato a viaggiare in giro per il mondo e a vedere quello che accadeva nei festival, la reazione del pubblico. Credo che 'Symphony of Caos' sia congiungere i punti del mio percorso artistico e portarli a scena".
C'è un segreto nell'avvicinare questi due generi che apparentemente sono diversi pur avendo dei punti in comune?
"In realtà per me è qualcosa di molto naturale. Per molti sembrano mondi diametralmente diversi, invece quando immagino un brano e un suo sviluppo in chiave techno oppure un brano dance e un suo sviluppo di una chiave orchestrale, è già nella mia testa che suona. E' come se stessi remixando la musica classica e quella musica dance, è pura contaminazione".
Per preparare un lavoro come 'Symphony of Caos' quanto lavoro c'è dietro?
"Tanti elementi lavorano a questo progetto, oltre a tutta la macchina organizzativa relativa alla produzione. Per quanto riguarda lo show, sono tante le persone interessate. C'è l’orchestratore, con il quale scrivo la musica per lo spettacolo. Lui si occupa delle parti per l'orchestra, io delle prove e del mix mastering. E c'è l'orchestra stessa. E' un processo lunghissimo, una volta impiegavo molto più tempo. Adesso siamo rodati, per cui, a parte qualche mia entrata a gamba tesa, quando chiedo di inserire qualcosa all'ultimo e mando in crisi tutti, è un lavoro complesso, dove tutte le parti dialogano fra loro. C'è un lavoro di coordinazione che coinvolge molte persone".
Tu sei nato in un'epoca in cui la musica dance dominava le classifiche e adesso invece la trap è quella più gettonata. Come valuti questa evoluzione e hai mai pensato di inserire un genere diverso nei tuoi show?
"Spazio molto nei generi. Il cuore è dance, gente che salta. Per cui se la musica dance si esprime attraverso sonorità techno o la dubstep, diciamo che finché fa ballare, saltare, è quella giusta. Trovo che negli anni ci si stata una bellissima evoluzione, con musica sempre più interessante e alla portata di tutti, e lo valuto in modo positivo. È interessante da dj e produttore, essersi collocati in un segmento dove si può essere leggermente più svincolati rispetto a un genere specifico".
Hai avuto tantissime esperienze all'estero ma il cuore lo mantieni ad Ascoli Piceno e anche il tuo nome d'arte è legato alla tua città. In Italia, e nelle città di provincia in particolare, credi ci siano pregiudizi rispetto alla musica che fai?
"Io sono legatissimo alla mia città, da sempre. Essere una sorta di bandiera della mia piccola compagine è qualcosa che mi fa tanto piacere. Credo che in Italia ci siano delle realtà importanti e altre meno importanti dal punto di vista della musica elettronica-dance che si sono evolute nel tempo. Oggi il cuore della musica, dell'industria della musica, è sicuramente Milano. Per l’elettronica è sempre stata Torino, che è un luogo in continuo fermento. Per me è bello sapere che 'Symphony of Caos' raggiunga tutti, che non mi rivolgo solo ai fan della techno pura o della classica ma che regaliamo un'esperienza al di là di ogni pregiudizio".
Dopo questo live, hai pensato di fare un festival o un progetto più grande come palazzetti e stadi?
"Dopo la data di Milano annunceremo il tour estivo in venue che possono ospitare una maggiore capacità di pubblico, vista la forte richiesta che abbiamo avuto al Fabrique. Poi penserò a un inverno nei palazzetti e magari a qualcosa di più grande. Già ci muoviamo a livello internazionale. Sicuramente, pensare a qualcosa di più continuativo e importante a livello globale è il mio obiettivo in questo momento".
Ci puoi svelare qualcosa della scaletta di domenica?
"Molti brani sono quelli che ho già proposto nelle ultime due date. I classici, come la 'Carmina Burana', il 'Lacrimosa' di Mozart in chiave techno, 'Better Off Alone', 'Animals', 'Tremors', tutti classici della Idm. E poi ho diverse chicche in programma per il Fabrique tra cui un'avversione mashup di 'Santa allegria', che sarà cantata live da Rizzo. E soprattutto annunceremo per la prima volta un mio inedito, un progetto molto grande, a cui tengo". (di Federica Mochi)