Articoli auto e moto contraffatti: sequestrati dalla Guardia di Finanza oltre 5,5 milioni di prodotti

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Su disposizione della Procura della Repubblica di Torino sono state effettuate perquisizioni che hanno portato al sequestro di oltre 5,5 milioni di prodotti, tra cui 144 mila caschi per moto e bici, dal valore commerciale di più di 90 milioni di euro

Armando Bavaro

25 ottobre - 18:42 - MILANO

È stato denominato Non ci casco il contesto investigativo avviato e curato dal Nucleo di polizia economico-finanziaria Torino con l'obiettivo di contrastare il fenomeno delle frodi nel settore degli accessori per auto e moto. Nello specifico, l'operazione ha riguardato la commercializzazione sul territorio nazionale ed estero di prodotto destinati ai veicoli e di dispositivi di protezione individuale per moto e bici di origine estera (prevalentemente cinese), ma rappresentati fallacemente come di origine italiana. Oltre alla riproduzione di colori e di forme della bandiera tricolore, anche i segni e i nomi distintivi erano tali da indurre il consumatore a ritenere che il prodotto fosse di provenienza nazionale. L'attività delle fiamme gialle è stata avviata con l'obiettivo di individuare e di reprimere condotte lesive, su larga scala, del made in Italy. Attraverso gli approfondimenti effettuati, scaturiti dall’osservazione e dal monitoraggio delle catene commerciali retail che trattano prodotti della specie, i militari operanti hanno progressivamente effettuato delle apposite operazioni nelle province di Milano, Mantova, Verona, Vicenza, Bologna e Modena che hanno portato al sequestro di oltre 5,5 milioni di prodotti, tra cui 144mila caschi per moto e bici, tutti recanti indicazioni fallaci circa l’origine e la provenienza italiana del prodotto e destinati alla commercializzazione sia sul mercato nazionale che estero. Il controvalore commerciale dei prodotti sequestrati è stato stimato in oltre 90 milioni di euro.

le indagini

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Per 10mila dei caschi per moto e 5mila dei caschi per bici sequestrati sono state disposte dall'Autorità Giudiziaria specifiche perizie, che ne hanno evidenziato la non omologabilità ai sensi della vigente normativa, per le rilevate gravi carenze strutturali e l'assenza dei requisiti minimi di sicurezza. Le indagini, condotte anche attraverso attività di analisi documentale e tracciamento dei flussi commerciali, hanno permesso agli investigatori di ricostruire l'intera filiera dell'importazione dall’estero e la rete di distribuzione dei prodotti in questione, che venivano dapprima confezionati presso i suddetti siti con imballaggi recanti indicazioni che ne richiamavano la provenienza italiana per poi essere immessi sul mercato nazionale ed estero. I prodotti in questione sono risultati in realtà provenire prevalentemente da Cina e Vietnam. I responsabili delle quattro imprese coinvolte nei sequestri sono stati deferiti all'Autorità giudiziaria per l'accusa di reato di vendita di prodotti industriali falsi, in relazione alla violazione della disciplina del made in Italy. Per uno di essi è stata effettuata anche una segnalazione ulteriore per i reati di frode in commercio e importazione di prodotti pericolosi per l'incolumità delle persone.

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