Il ligure, che ha battuto Djokovic, è l'unico italiano al Queen’s: "Sono più preparato rispetto allo scorso anno. Rune sarà alla prima partita sull’erba, io invece no: devo trasformarlo in un vantaggio"
dal nostro corrispondente Davide Chinellato
16 giugno 2025 (modifica alle 11:46) - LONDRA
"D avvero sono l’unico italiano del tabellone?". Matteo Arnaldi ha guardato solo che il suo cammino al Queen’s - Atp 500 al via oggi a Londra - comincia contro Holger Rune, il danese testa di serie numero 4 contro cui ha giocato soltanto una volta in carriera, perdendo. Il resto, per il numero 41 del mondo con tanta voglia di dimostrare di essere migliore, è lo sfondo di un tentativo di progredire sempre di più, anche su quell’erba dove adesso sente di giocare bene.

Matteo, con che aspettative comincia questo torneo?
"Sono più preparato rispetto allo scorso anno, non ho trovato il migliore dei tabelloni ma qui ci sono tanti avversari difficili. Rune sarà alla prima partita sull’erba, io invece no: devo trasformarlo in un vantaggio".
Col danese ha già giocato.
"Sì, ma quella partita è difficile da calcolare: non ero al meglio, all’ultimo impegno dell’anno in un torneo, Parigi-Bercy, che non mi fa impazzire. Lui non è un avversario semplice contro cui giocare, ma spero sarà un’altra partita rispetto a quella dell’anno scorso".
Il Queen’s è il torneo che precede Wimbledon: quanto si lavora in prospettiva e quanto sul torneo che si gioca?
"Si cerca di fare entrambe le cose. Wimbledon è sicuramente l’obiettivo, però ho bisogno di punti e di fare quel passo avanti che dico da sempre: tutti i tornei sono importanti per me in questo momento".
Per Wimbledon che obiettivo si è dato?
"Vincere un match, visto che negli ultimi anni ho perso due volte al primo turno. Ci arriverò sicuramente più preparato, ma non essendo testa di serie bisognerà anche vedere il tabellone. Il mio obiettivo deve essere fare bene al Queen’s per giocare più partite possibile sull’erba e poi dare tutto a Wimbledon".

Qui è l’unico italiano: responsabilità extra?
"Per chi guarda è sicuramente importante avere tanti italiani forti, ma ognuno di noi pensa alla sua strada. Fa piacere avere amici che fanno bene, dispiace per quello che è successo a Jannik ma ognuno pensa alle sue cose. È uno sport individuale, non di squadra: fa piacere se altri italiani vincono, ma alla fine quando entri in campo sei tu, quindi cerchi di dare il meglio".
Dove si è visto il miglior Arnaldi quest’anno?
"Madrid è stato un bel torneo. Il mio obiettivo principale, come avevo detto in Australia, è cercare di essere più continuo durante l’anno: ultimamente l’ho fatto abbastanza. Ho fatto bene a Madrid, poi se non contiamo Roma dove ho comunque disputato una buona partita ho fatto i quarti a Ginevra, il secondo turno a Parigi con due belle partite. Sto giocando molto meglio, sto migliorando: mancano solo i risultati, ma arriveranno sicuramente".
A Madrid ha battuto Djokovic, il suo idolo, confessando di avere per lui una sorta di timore reverenziale.
"Non era proprio timore: in quel momento ero teso perché giocavo contro una persona che ho sempre guardato in tv e ammirato da bambino. Già quando l’ho affrontato a Ginevra era tutto normale, ma in quella prima partita, giocando contro una persona che ho sempre ammirato, mi ha fatto effetto entrare e sentire il mio nome insieme al suo".

C’è qualcun altro che le fa lo stesso effetto?
"Inizio a essere un po’ grande, ormai quelli che potevano farlo si sono ritirati . Sarebbe successo con Murray, anche se forse essendomi allenato con lui sarebbe stato diverso. Sarebbe successo con Nadal e Federer, visto che non mi sono mai allenato con loro: è il fatto di giocarci la prima volta, di scambiarci due parole, che sia in allenamento o in partita, dove ovviamente sei più teso".
Obiettivo per il suo 2025?
"Non dico la posizione di classifica. Ma devo andare avanti con quello che sto facendo: cercare di migliorare. E secondo me sto giocando molto, molto meglio dello scorso anno".
Da tifoso dell’Inter quale è, se facesse una stagione come i nerazzurri, in parametri tennistici come sarebbe?
"Buona, sicuramente. È mancato il titolo e vuoi sempre vincere, ma l’Inter ha fatto una stagione buonissima che non arrivava da anni, e anche se non hanno vinto hanno fatto vedere che sono una squadra molto competitiva. Anche se adesso che c’è stato un cambio, ci sta che per uno-due anni la squadra non sia al top: cercheremo di rifondarla".