I prezzi del gas quest'anno saranno più alti rispetto al 2024, arrivando tra i 40 e i 50 euro al megawattora.
L'allarme lo ha lanciato oggi la Commissione europea, spiegando che sul mercato pesa la fine delle forniture dalla Russia. Alla borsa Ttf di Amsterdam il metano ha superato i 55 euro al megawattora. A Bruxelles si comincia a pensare di sganciare il prezzo dell'energia elettrica da quello del metano, per abbassare le bollette grazie ai costi inferiori delle rinnovabili.
E in Italia Enel, Ansaldo Nucleare e Leonardo hanno raggiunto l'intesa per costituire l'impresa nazionale dell'energia atomica, fortemente voluta dal governo Meloni. I prezzi del gas, scrive la Commissione europea in un documento inviato ai paesi membri, resteranno "leggermente più alti in media nel 2025" rispetto all'anno scorso.
Nel corso dell'anno si prevede che i prezzi all'ingrosso si mantengano tra i 40 e i 50 euro al megawattora. Secondo la Commissione, i mercati del metano saranno "fragili" per alcuni mesi, dopo la fine dell'accordo per il transito del gas tra Russia e Ucraina. Ma il problema è più profondo. I prezzi del gas per l'industria europea rimangono "quasi cinque volte più alti" rispetto agli Stati Uniti. Il 26 febbraio, la Ue rivelerà il suo piano per far scendere i costi dell'energia. Dalla borsa del gas di Amsterdam, il Ttf, è subito arrivata la conferma all'allarme di Bruxelles. La quotazione del metano è salita del 3,2%, arrivando a 55,05 euro al megawattora, il valore più alto dal 2023.
Dall'inizio dell'anno si registra un aumento del prezzo del 12,6%. Secondo gli analisti, la responsabilità immediata è delle temperature più rigide e della guerra commerciale in arrivo con gli Stati Uniti. I dazi di Trump, scrive Booomberg, "rischiano di irrigidire il mercato". Le conseguenze di questi rincari per imprese e famiglie sono pesanti.
Facile.it calcola che nel 2025 una famiglia potrebbe spendere 350 euro in più complessivamente per luce e gas, mentre un negozio di alimentari potrebbe vedersi aumentare le bollette di 4.500 euro. Di fronte ai rincari previsti per il 2025, la Commissione europea ha ripreso in considerazione l'ipotesi di sganciare il costo dell'elettricità da quello del gas, oggi legati. Col "disaccoppiamento", la corrente prodotta con le rinnovabili (oggi più economiche del metano) costerebbe meno, e farebbe abbassare le bollette. E' un provvedimento che in Italia viene chiesto a gran voce da Confindustria. Nel nostro paese intanto va avanti il processo per tornare al nucleare, visto dal governo e dall'associazione degli industriali come strumento per abbassare i costi dell'energia, anche se a lungo termine (si parla di una decina d'anni per riavere le centrali). Il piano nazionale per l'energia, il Pniec, prevede che al 2050 l'atomo fornisca almeno l'11% dell'elettricità italiana, fino al 22% Enel, Ansaldo Energia e Leonardo hanno raggiunto l'intesa per costituire una società per produrre i reattori nucleari di terza generazione avanzata (gli small modular reactor, motori di sommergibili dentro cilindri di metallo) e per studiare quelli di quarta generazione (gli advanced modular reactor, raffreddati a piombo liquido e alimentati con le scorie delle vecchie centrali). Il futuro "campione nazionale" dell'energia atomica è stato promosso dal ministero dell'Economia, guidato da Giancarlo Giorgetti, che ha messo insieme le tre grandi aziende pubbliche. Enel avrà il 51%, Ansaldo Energia il 39% e Leonardo il 10%. Le due società energetiche non hanno mai smesso di lavorare sull'atomo all'estero, mentre Leonardo può portare la sua expertise tecnologica e la capacità di calcolo dei suoi megacomputer.+
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