Mauro Casale, 50 anni, è il sindaco
di Vàsia, minuscolo comune dell'entroterra di Imperia, appena
350 abitanti. Il suo comune, coperto di uliveti e adorato dai
turisti tedeschi, nel 2024 ha incassato 20.710 euro per il
recupero dell'evasione fiscale. La capitale Roma, che ha 2,75
milioni di abitanti, nello stesso anno ne ha recuperati la metà,
10.145 euro.
Il segreto del "modello Vàsia" è semplice: il sindaco, alla
guida di una lista civica, è un dipendente dell'Agenzia delle
Entrate. Quindi, conosce bene i meccanismi del fisco e
dell'evasione fiscale. "Prestiamo una particolare attenzione ai
fornitori della pubblica amministrazione e ai casi di
edificazione e cessione di terreni edificabili", spiega per
telefono all'ANSA.
Per legge, i Comuni hanno diritto a tenersi il 50% delle
tasse evase recuperate, ma fino al 2022 era il 100%. "I 20mila
di euro di incasso vengono da una ditta che si era proposta al
Comune per fare dei lavori - spiega il sindaco -. Noi abbiamo
scoperto che si avvaleva di un regime fiscale di vantaggio che
non le spettava. Lo abbiamo segnalato alla Guardia di Finanza e
ha dovuto pagare".
Altri soldi il Comune di Vàsia li ha recuperati dalla
"speculazione edilizia": "Ci sono persone - racconta il sindaco
- che hanno comprato terreni, hanno ottenuto i permessi di
costruzione e poi li hanno rivenduti a un prezzo maggiorato,
dimenticandosi di pagare le tasse sulle plusvalenze".
Casale tiene a precisare che il suo Comune non vuole vessare
nessuno, ma anzi aiutare i cittadini a non prendere sanzioni:
"Due volte all'anno mandiamo le bollette dell'acqua - spiega -:
se un residente non ha pagato l'Imu e la Tari, approfittiamo di
quella comunicazione per ricordargli che deve pagare, così evita
le cartelle".
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2 ore fa
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