A ritmo lento tra mare e Laguna: turismo outdoor a due passi dalla Serenissima

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Il territorio della Venezia Orientale fuori stagione, in bici, in cammino o con la canoa

Giornalista

3 dicembre - 15:03 - MILANO

Il privilegio di girovagare in una delle zone più turistiche d’Italia senza imbattersi in orde di villeggianti è concesso a chi decide di fare della vacanza un’occasione di vera evasione, di intraprendere un viaggio in direzione ostinata e contraria ai flussi e alle stagioni tradizionali. Camminare zaino in spalla, pedalare in sella a una gravel o - perché no? - pagaiare in un dedalo di canali è la strada migliore per conoscere questa fetta di territorio alle porte di Venezia, per immergersi in una natura selvaggia che si divide tra sottili lingue di terra, spiagge sconfinate e l’acqua del mare, dei fiumi e della Laguna. Punta Sabbioni è il punto di approdo per chi si lascia alle spalle l’affollatissima piazza San Marco e la Serenissima, Cavallino Treporti può essere l’inizio di questo viaggio all’interno del Distretto Turistico Venezia Orientale. Questo piccolo comune di appena 13 mila abitanti è la quinta località più visitata d’Italia dopo, nell’ordine, Roma, Venezia, Milano e Firenze: i suoi 30 campeggi (di cui diversi 5 stelle) immersi nella foresta ospitano ogni anno più di 6 milioni di turisti, in prevalenza stranieri (tedeschi su tutti). Ma anche gli altri comuni di questa penisola affacciata sull’Adriatico registrano numeri record ogni anno: Jesolo, San Michele al Tagliamento (Bibione) e Caorle sono rispettivamente settima, ottava e nona in questa classifica, piazzate addirittura davanti a Napoli, Riccione e Torino. Fanno il pieno di presenze in un periodo molto compresso, con i tre mesi estivi da tutto esaurito. Quindi, scegliete dicembre per andarle a scoprire, e sarete padroni di un mondo ancestrale in (quasi) completa solitudine, per dedicarvi a escursioni a piedi o in bicicletta, giri in canoa o magari a cavallo.

che boom

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D’altronde, il turismo outdoor è il vero fenomeno di questi ultimi anni: su 71 milioni di presenze in Italia nel 2024, oltre 11 milioni di arrivi fanno parte del settore open air confermando così la crescita di questo mercato, che ha un impatto economico complessivo di oltre 8 miliardi di euro. Ma confermando soprattutto una nuova voglia di viaggiare leggeri, a ritmo lento e a contatto con la natura. In Italia si stimano più di 100 mila camminatori, mentre il cicloturismo sta conoscendo un autentico boom: tra le destinazioni più richieste, l’Italia è leader indiscussa, seguita da Francia e Germania. Il Distretto Turistico Venezia Orientale è una lingua di terra sottratta all’acqua con bonifiche e deviazioni di fiumi, dal Piave al Sile, il Lemene e il Livenza, fino al Tagliamento che fa da confine col Friuli. Restano lunghissime spiagge affacciate sull’Adriatico, piccoli isolotti difesi coi denti da pochi abitanti, lingue di terra e canali come vie da percorrere. Già i romani preferivano raggiungere Triste navigando in questi corsi d’acqua dell’interno piuttosto che avventurarsi in mare aperto. E oggi si può seguire questa storia, pagaiando sui canali della Litoranea Veneta o pedalando sulle sue sponde, quasi 130 chilometri circondati da valli di pesca, dove si allevano anguille, spigole, orate e branzini, dove volano aironi, gabbiani, garzette e cormorani, e fenicotteri rosa colorano con la loro eleganza il territorio.

quattro ciclovie

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Un paradiso per gli amanti delle due ruote: quattro ciclovie, dalla GiraLemene, che costeggia l’omonimo fiume fino a Caorle, alla GiraLivenza, che attraversa i vigneti del Lison Pramaggiore, dai quasi 100 chilometri della GiraLagune alla GiroTagliamento fino al faro di Bibione. Immancabile una deviazione fino a Portogruaro per una visita allo stadio comunale e scoprire, lì dentro, il mitico Velodromo Mecchia, su cui hanno pedalato anche Coppi e Bartali. A Portogruaro, adagiata sul corso del Lemene, è bello perdersi tra i palazzi rinascimentali, i canali e i Mulini di Sant’Andrea, il Palazzo Municipale e la Villa Comunale, il Duomo col suo campanile pendente. E per riscoprire la vocazione di questa terra ai lunghi Cammini si può imboccare la ciclopedonale del lungoargine per ritrovare a Concordia Sagittaria (che fu colonia romana e che oggi conserva monumenti di epoca medievale come il Battistero romanico-bizantino e l’adiacente torre campanaria) il basolato originario della Via Annia, storica via romana che percorreva tutta la costa veneta, collegava Hatria (la moderna Adria), a Patavium (Padova), Altinum (Altino), Iulia Concordia (appunto la moderna Concordia Sagittaria, dove incrociava la via Postumia) e infine ad Aquileia.

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