Vivo V50, foto e batteria super La virtù sta nel medio di gamma

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La distanza dai modelli che costano più di mille euro si accorcia. Lo smartphone di Vivo ne è una conferma: bada al sodo ed è "stiloso"(con qualche rinuncia)

Massimo Arcidiacono

30 giugno 2025 (modifica alle 10:05) - MILANO

Abbiamo trascorso un mese in compagnia del Vivo V50 e adesso ci dispiace un po’ passare ad altro. Non perché sia il miglior smartphone in assoluto – è un medio gamma, non potrebbe esserlo -, ma perché ha gran parte delle qualità che un telefono senza strafare deve avere. Dribbliamo già la prima obiezione che diversi recensori hanno avanzato prima di noi: il V50 non innova in maniera risoluta rispetto al modello precedente. Vero, ma offre comunque delle migliorie, lo fa senza ritoccare il prezzo e non è che gli altri facciano queste gran rivoluzioni, di questi tempi. Il marchio di Dongguan in Italia mantiene un profilo basso, è molto diffuso invece nel Sud-est asiatico, questo ha aperto la strada a una collaborazione da primi della classe, quella con la tedesca Zeiss, storico produttore di ottiche. Una collaborazione vera, fattiva, che ha portato la fotocamera dei top di gamma Vivo (la serie X, il cui ultimo prodotto - l'X200 FE - è appena uscito) ad essere accreditata tra le migliori in assoluto. Questa eccellenza è stata trasferita prima sul V40 e ora sul V50. L’hardware in sé per sé, a dire il vero, si compone di solo due sensori da 50 megapixel (uno Omnivision, l’altro Samsung), ai quali si aggiunge una selfie-camera di identica dimensione, ma sono l’ingegnerizzazione e le lenti di Zeiss a fare la differenza con un risultato che si avvicina molto all’analogico, cioè nel senso della naturalezza e profondità degli scatti, frutto  comunque di filtri e algoritmi. 

il led regolabile

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Il design è elegante e ci ha soddisfatto la maneggevolezza. Materiali premium, a cominciare dalla cover posteriore in vetro opaco, bordi arrotondati, il telefono è spesso solo 7,7 mm e pesa 189 grammi. Per dire: un iPhone 16 ne pesa 170, 190 un Samsung S25 Plus. Bene la certificazione IP69, cioè la protezione completa da polvere e getti d’acqua. Il segno distintivo è rappresentato dal ring che si trova sotto le fotocamere: non un vero e proprio flash, ma un led regolabile in luminosità e temperatura, molto utile nelle foto-ritratto. Il display è un OLED da 6,77 pollici full hd+, luminosità di picco di 4500 nit e frequenza di aggiornamento fino a 120 Hz. Non di più di alcuni concorrenti, ma la visibilità anche in pieno sole risulta comunque ottima. Discorso simile per il processore Snapdragon 7 Gen 3, lo stesso del modello precedente e ancora garanzia di buone prestazioni, semmai in controtendenza rispetto alla maggioranza dei marchi cinesi che stanno sempre più spesso preferendo Mediatek.

due giorni di autonomia

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Detto dei sensori fotografici, il vero progresso del V50 riguarda l’autonomia. Qui Vivo segue l’onda cinese che nell’ultimo anno ha adottato potenti batterie agli ioni di litio: la BlueVolt del V50 è da 6000 mAh, non sono i 7000 del nuovo telefono di punta di Realme, ma con un uso da “medioman” quali siamo, abbiamo tirato le 48 ore senza difficoltà. Restano le funzioni di intelligenza artificiale - la gestione della luce, la rimozione di oggetti nelle foto, Gemini basico e poco più - e il sistema operativo FunTouchOS che ricalca Android 15 senza troppi stravolgimenti. Mancano lo zoom ottico, l’obiettivo periscopico, il flash rate dinamico, non c’è la ricarica wireless e gli aggiornamenti software sono previsti solo per tre anni, ma non dimentichiamolo è un medio di gamma. Due i colori: nero satinato e viola. Il prezzo di 599 euro può penalizzarlo un po’ (ma la memoria è solo da 512 GB).

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