L'olandese della Ineos attacca e resiste al ritorno dei big, con lo sloveno che controlla senza problemi gli attacchi del danese. Ritirato Evenepoel
19 luglio - 17:44 - MILANO
Nel giorno del clamoroso ritiro di Remco Evenepoel, che si ferma ai piedi del Tourmalet dopo una doppia giornata da incubo a Hautacam e Peyragudes, ecco l’orgoglio di Jonas Vingegaard. Il danese accetta la sfida di Pogacar e prova a punzecchiarlo sul suo terreno, l’alta montagna. Il danese della Visma-Lease a Bike scatta due volte attorno ai 4 km dall’arrivo, lo sloveno in giallo una volta sola, gli altri cedono tutti a eccezione del tedesco Lipowitz, l’ex biatleta che sale al terzo posto in classifica. In mezzo alla nebbia, grazie a una fuga da lontanissimo, vince l’olandese Thymen Arensman, 25 anni, che resiste con i denti e dà al team Ineos-Grenadiers una vittoria di cui lo squadrone britannico aveva tanto bisogno, soprattutto dopo la caduta di Pippo Ganna nella prima tappa. E poi nello sprint a due per il secondo posto, occhio contro occhio, Pogacar a 1’08” batte facilmente Vingegaard, che perde 4” negli ultimi 40 metri, e Tadej gli prende anche altri 2” di abbuono. Poi Gall a 1’19” e Lipowitz a 1’25”, Roglic a 2’46”. Così la classifica: Pogacar veste la 47a maglia gialla e comanda con 4’13” su Vingegaard e 7’53” su Lipowitz.
Era il terzo giorno sui Pirenei e dopo la fantastica doppietta a Hautacam e nella cronoscalata di Peyragudes Tadej Pogacar si è riposato. Non ha mai preso l’iniziativa, ben protetto da Sivakov, Narvaez e Adam Yates, e ha risposto soltanto ai due attacchi di Vingegaard. Il 112° Tour de France è in pugno, dà l’idea di un controllo facile e totale. Adesso lo aspetta martedì la scalata del mitico Mont Ventoux, dove vuole vincere in maglia gialla, per un’impresa che può restare nella storia del Tour, e poi la doppietta sulle Alpi tra Courchevel/Col de la Loze e La Plagne. Onore comunque a Vingegaard, che ha subito a Hautacam l’umiliazione dallo sloveno sul terreno dove lo aveva messo ko nel 2022, si è ripreso nella cronoscalata e dimostra di avere ancora tanto da dare, e da dire, nell’ultima settimana. Molto interessante poi la sfida per il podio, apertissima dopo il ritiro di Evenepoel: terzo è Lipowitz a 7’53”, quarto Onley a 9’18”, quinto Vauquelin a 10’21”, sesto Roglic a 10’34”.
CRONACA
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È la tappa numero 14, Pau-Luchon Superbagneres, 182 km e 4950 metri di dislivello, il tappone pirenaico: si torna a Superbagneres dopo 36 anni. Qui nel 1979 Bernard Hinault prese la maglia gialla, poi si inchinò a LeMond nel 1986, e infine Fignon nel 1989 mise alle corde l’americano e gli tolse la maglia gialla per appena 7”. Qui si sono imposti scalatori leggendari come gli spagnoli Bahamontes e Fuente. Tappa da fuga, come previsto. Il francese Lenny Martinez in maglia a pois passa primo sul Tourmalet e Aspin, l’olandese Thymen Arensman sul Peyresourde. Tra nebbia e pioggerellina, la maglia gialla Pogacar controlla con Sivakov e Soler, Vingegaard manda ancora Kuss e Simon Yates in fuga, in discesa dal Peyresourde si toccano i 100 all’ora. La mossa giusta la fa il norvegese Tobias Johannessen, che si butta nella fuga iniziale a 16, è ottavo in classifica e mette in allarme chi lotta per il podio. La salita di Superbagneres misura 12,4 km con pendenza media del 7,5% e punte del 12%. Sivakov lascia il testimone a Soler con Pogacar a ruota, e allo sloveno restano ancora Narvaez e Adam Yates. A 14 km, Arensman ha 2’08” sul gruppo Martinez (con Kuss, Johannessen e O’Connor) e 3’13” sul gruppo Pogacar, composto da 15 corridori. La distanza da Arensman che guida la tappa è di 1550 metri. A -12 km, il gruppo Pogacar a 3’. A 9 km, 2’50” con Narvaez che guida per Pogacar. A 8 km, 2’43” con Adam Yates in testa al gruppo. Intanto davanti continua l’azione di Arensman, l’olandese del team Ineos in cerca di gloria. A 5 km ci sono appena 600 metri tra Arensman e Pogacar: 2’18”. E a 4 km, attacca Vingegaard, la mossa che fa saltare i piani di Arensman. Lo seguono Pogacar e Lipowitz, che cede subito dopo. Restano i due grandi. Vantaggio di Arensman crolla a 1’55” a 3,4 km. Vingegaard fa il ritmo sui 3 km finali, poi parte Pogacar, cede ancora Lipowitz e restano loro due: 1’39” per Arensman. E riparte Vingegaard a 2,8 km. Pogacar sembra seduto in poltrona alla sua ruota. Davanti, Arensman riesce a conquistare la vittoria più importante della carriera. L’olandese, 1.90 per 68 chili, è arrivato sesto al Giro nel 2023 e 2024, quinto alla Vuelta 2022 e terzo alla Parigi-Nizza 2025.
PROGRAMMA
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La seconda settimana del Tour si conclude domenica con la tappa 15, Muret-Carcassonne, km 169,3, dislivello 2400 metri, per attaccanti/velocisti, due stelle. Si prende fiato a Carcassonne, uno dei traguardi classici in ingresso o in uscita dai Pirenei. In queste zone caratterizzate nel 1200 dall’eresia dei Catari, il pericolo è sempre il caldo e il vento, ma domani sarà diverso perché nella seconda parte della tappa è prevista la pioggia. Qui Cavendish nel 2021 eguagliò le 34 vittorie di tappa di Merckx, anche se poi dovette aspettare tre anni per superarlo. I velocisti non si faranno sfuggire questo traguardo, anche se dovranno conquistarselo: poi ci sarà l’appuntamento di mercoledì a Valence.
La Gazzetta dello Sport
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