La conferenza del nuovo allenatore rossoblù. Il ds Ottolini: "Il cambio in panchina? Complicato, c'erano diversi aspetti sul piatto..."
Giornalista
22 novembre - 16:52 - GENOVA
La motivazione principale? Molto semplice: “Quando ti chiama una grande società, non puoi dire di no”, puntualizza subito Vieira, che si presenta alla piazza genoana con grande umiltà, ma altrettanta convinzione di poter portare il Genoa fuori dai guai. Sui motivi, invece, che hanno portato al cambio tecnico, è intervenuto il direttore sportivo Ottolini: “Innanzitutto ringrazio Gilardino per i due anni trascorsi insieme, ma ora siamo onorati di presentare il nostro nuovo allenatore. Può avere sorpreso la tempistica, ma ciò dipende da un iter burocratico particolare che dobbiamo seguire in questo caso (con riferimento allo stretto rapporto con A-CAP e Banca Moelis negli Stati Uniti, n.d.r.). Perciò siamo riusciti a concretizzare l’arrivo di Vieira solo in questa settimana”. E sui motivi dell’esonero a Gilardino: “È complicato, ma sono stati messi sul piatto della bilancia diversi aspetti, partendo dai risultati e da altre situazioni quotidiane, che ci hanno portato ad alcune considerazioni. Abbiamo avuto anche un alto numero di infortuni e c’era l’idea di far uscire tutti da sorta di una comfort zone chiedendo qualcosa di più. Tutte le decisioni vengono comunque prese in modo collegiale, ma il primo responsabile sono io. Se Vieira ha deciso di arrivare da noi evidentemente ha intravisto qualcosa di positivo”.
il progetto
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Dopo due giorni di lavoro in gruppo, il primo bilancio del tecnico francese è comunque positivo: “Sono fiducioso. Ho trovato un gruppo molto orgoglioso, che ha voglia di fare bene. Non è facile perdere un allenatore che aveva un buon rapporto con i giocatori e questo aspetto mai cambierà, perché chi c’era prima è stato un grande allenatore qui e pure un grande giocatore nel passato. Ma ora dobbiamo guardare avanti”. Vieira ha poi smontato il discorso delle vecchie ruggini con Balotelli ai tempi del Nizza: “Conosco bene Mario. Mi è sempre piaciuto, è un professionista importante, deve solo continuare a lavorare per mettersi a disposizione della squadra“. Nessuna particolare richiesta sul piano tattico, per ora il suo Genoa lavorerà fra il 3-5-2 e il 4-4-2: “Non giocheremo in dodici”, ha scherzato Vieira, ma “ci sarà qualcosa di diverso che chiederò ai giocatori, affinchè possano esprimersi al meglio nel loro ruolo”. Non è preoccupato dal fatto che per lui sia la prima esperienza da allenatore subentrato: “Non sono qui per cambiare tutto, ho trovato già un valido staff”, con riferimento a quegli uomini che sono rimasti al Genoa dopo l’esonero di Gilardino. Bisogna ridare “fiducia, perché questo gruppo ha bisogno di risultati e servirà nuova energia per essere più competitivi”.
la simbiosi
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Domenica con il Cagliari ci saranno oltre trentamila tifosi al Ferraris: “Io punto anche su questo popolo genoano che è un po’ come una famiglia, ho sempre notato questa relazione stretta fra la tifoseria e il club, più forte che in altre realtà da me conosciute. Ai ragazzi chiederò più possesso e aggressività. Ma qui, ne sono convinto, possiamo fare cose interessanti”.