Un frutto potrebbe abbassare del 20% il rischio di depressione: lo studio di Harvard

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I ricercatori della nota università statunitense hanno identificato un agrume collegato a un batterio intestinale che potrebbe avere effetti molto importanti sulla salute mentale

Francesco Palma

9 maggio - 16:47 - MILANO

Negli ultimi anni diverse ricerche hanno analizzato l’impatto che può avere il cibo nel miglioramento dei sintomi della depressione, un disturbo che secondo gli ultimi dati colpisce circa 280 milioni di persone nel mondo. Un recente studio pubblicato dai ricercatori di Harvard su Microbiome ha identificato nella frutta un possibile alimento che può aiutare a combattere la depressione, in particolare in un agrume: le arance.

Come le arance abbassano il rischio di depressione

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I ricercatori hanno analizzato il DNA di oltre 32.000 persone che hanno partecipato allo studio, scoprendo una correlazione tra il consumo di agrumi – in particolare le arance – e la presenza in quantità importanti di 15 batteri intestinali benefici per il corpo, tra cui il Faecalibacterium prausnitzii, che aiuta a ridurre l’infiammazione e a supportare il sistema immunitario. I ricercatori hanno scoperto che nel microbioma intestinale delle persone affette da depressione le quantità di questo batterio erano inferiori alla norma, identificando quindi un legame tra la salute intestinale e il disturbo depressivo del quale si è già parlato in tantissimi studi negli ultimi anni. I ricercatori, inoltre, hanno scoperto che mangiare un’arancia al giorno può ridurre del 20% il rischio di sviluppare la depressione, proprio perché questo frutto è correlato alla presenza del Faecalibacterium prausnitzii, che secondo altri studi potrebbe anche aiutare a prevenire malattie gastrointestinali come la sindrome dell'intestino irritabile (IBD), l'obesità e il diabete di tipo 2.

L’impatto degli agrumi sulla depressione

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Secondo i ricercatori l’assunzione di agrumi - in particolare le arance - e di conseguenza la maggiore presenza di Faecalibacterium prausnitzii può ridurre i rischi di depressione influenzando i livelli di serotonina e dopamina attraverso un percorso metabolico chiamato ciclo della S-adenosilmetionina (SAMe). Questo processo gioca un ruolo chiave nella produzione di neurotrasmettitori. Come spiegato dal professor Raaj Mehta, docente della Harvard Medical School e autore principale dello studio: “Questi neurotrasmettitori regolano il modo in cui il cibo passa attraverso il tratto digestivo, ma possono anche viaggiare fino al cervello, dove migliorano l'umore".

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