Il presidente ucraino: "Vogliamo un accordo che non venga violato da un altro capriccio di Putin"
Volodymyr Zelensky
21 dicembre 2025 | 00.11
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"La pace è meglio della guerra, ma non a qualsiasi costo, perché abbiamo già pagato un prezzo alto". Volodymyr Zelensky e l'Ucraina non sono disposti a firmare un accordo ad ogni costo per porre fine alla guerra con la Russia.
Il presidente ucraino, mentre a Miami vanno in scena nuovi colloqui tra Stati Uniti e gli emissari di Vladimir Putin, fissa dei paletti nella fase cruciale dei negoziati. "Ciò che conta per noi è una pace giusta e duratura, una pace che non possa essere violata da un altro capriccio di Putin o di qualsiasi altra figura simile a Putin", dice Zelensky inviando un messaggio al Cremlino e contemporaneamente al presidente americano Donald Trump.
Il rischio di un nuovo attacco
La Russia punta a ottenere tutto il Donbass, sebbene attualmente non controlli interamente la regione. L'Ucraina, che ha appena ottenuto l'ok dell'Ue ad un vitale prestito da 90 miliardi, non intende accettare sacrifici territoriali e invoca da tempo garanzie di sicurezza post-belliche: Kiev vuole evitare future aggressioni. Le tutele sarebbero assicurate da Europa e Stati Uniti, secondo i documenti attualmente in discussione.
Putin, inoltre, continua a ritenere illegittimo il governo di Kiev e considera Zelensky un usurpatore. Il Cremlino sollecita elezioni nel paese invaso, offre un cessate il fuoco per le consultazioni ma chiede che votino anche i 5-10 milioni di ucraini che vivono in Russia. L'interferenza, ovviamente, non viene gradita: "Ho sentito insinuare che ci stiamo aggrappando al potere, o che io personalmente mi stia aggrappando alla presidenza, e che questo è il motivo per cui la guerra non sta finendo. Ad essere sinceri, questa è una narrazione del tutto inappropriata", dice Zelensky.
Sullo sviluppo dei negoziati pesano in particolare i 'no' di Mosca alla presenza di truppe europee sul suolo ucraino. Senza garanzie e senza una rete di sostegno, l'Ucraina sarebbe esposta a nuovi attacchi. "È estremamente importante disporre di solide garanzie di sicurezza per impedire anche solo il pensiero o la capacità fisica di ritorcersi contro di noi con un'aggressione. Un accordo non è solo firmare un documento", scrive Zelensky su X prima di porsi una serie di domande.
Le domande di Zelensky
"Bisogna conoscere i dettagli: cosa succederebbe se i russi aggredissero di nuovo e scatenassero un'altra guerra? Come risponderebbero americani ed europei? Come risponderebbero i nostri partner? Quale pacchetto di deterrenza avrà l'Ucraina? Cosa sarà presente sul territorio ucraino? Come sarà equipaggiato il nostro esercito? Quanto sarà forte e quali riserve avremo? Su cosa potremo contare? Quale pacchetto di sanzioni verrà imposto simultaneamente all'aggressore?". A tutte queste domande, secondo il presidente, si deve rispondere con un accordo che sia "giusto ed efficace".
Gli Stati Uniti, per provare a sbloccare la situazione, hanno proposto di tenere colloqui con i negoziatori russi e ucraini a Miami. Secondo Zelensly, gli europei potrebbero essere presenti e sarebbe "logico tenere un incontro del genere dopo aver compreso i potenziali risultati dell'incontro che ha già avuto luogo".
Il presidente ucraino "non è sicuro" che un eventuale incontro a tre produca "nuovi" risultati, ma sostiene comunque la proposta americana: "Se un incontro di questo tipo può ora sbloccare gli scambi" di prigionieri "o se il risultato di un incontro trilaterale tra i consiglieri per la sicurezza potrebbe essere un accordo per un vertice trilaterale dei leader, non posso oppormi. Sosterremo la proposta degli Stati Uniti".
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