La pole di Max ad Abu Dhabi è anche merito del lavoro del team che ha restituito trazione alla RB21 trovando il giusto mix di correzioni
Paolo Filisetti
7 dicembre - 00:28 - ABU DHABI (EMIRATI ARABI)
Se Max Verstappen è stato in grado di ottenere la pole position per il GP di Abu Dhabi, una parte sostanziale del merito va anche ai tecnici del team e ciò non può passare sottotraccia. Gli ingegneri del team di Milton Keynes hanno, di fatto, ribaltato il comportamento della RB21 dopo la FP2 di venerdì, permettendole di ritrovare una competitività strabiliante che non era affatto scontata. La macchina aveva infatti adottato un setup che garantiva poco carico, con Max che lamentava soprattutto una forte carenza di trazione.
ricetta
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La ricetta, poteva essere considerata semplice solo apparentemente, infatti, incrementare oltremodo la downforce (forza aerodinamica che "schiaccia" l'auto verso il basso) per privilegiare la trazione in uscita di curva, specificamente nel terzo settore, avrebbe automaticamente rallentato la macchina nei due lunghi rettilinei. In sostanza, trovare il giusto compromesso è stata un’operazione decisamente meno banale di quanto si possa pensare. E’ infatti rilevante sottolineare che Max, dopo la FP3, avendo ritrovato un feeling valido con il retrotreno della sua monoposto, riscontrava comunque un lieve sottosterzo, come conseguenza indotta, ma ha preferito non aggiungere carico all’avantreno in vista delle qualifiche. Proprio perché, a livello di sensazione di guida, sentiva la vettura veloce nei tratti rettilinei e non voleva pregiudicare l’efficienza della RB21.
il giusto mix
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Il mix è stato ottenuto non solo con un’ala posteriore con una sezione del flap incrementata specificamente attraverso una maggiore incidenza, ma anche con un adeguamento del setup meccanico. In sostanza è stata completamente rimappata la distribuzione del carico, valutando che una prevalenza al posteriore (seppur non eccessivamente marcata) avrebbe fornito un vantaggio prestazionale tangibile. Il team di Milton Keynes, ci ha abituati a recuperi miracolosi a livello di performance durante i weekend di gara. Una prerogativa, è corretto ribadirlo, che sembrava una peculiarità soprattutto acquisita durante i vent’anni di presenza nel team da parte di Adrian Newey. Evidentemente, "The Genius", ha lasciato in eredità a Pierre Wachè e ai suoi collaboratori come Paul Monaghan, capo degli ingegneri in pista, e Gampiero Lambiase, ingegnere di pista di Max, una metodologia che non è stata abbandonata dopo la sua uscita dal team lo scorso anno. Insomma, per quanto paradossale possa sembrare, l’influenza di Newey a Milton Keynes si sente ancora.








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