Turbo Bonny, fondamentale per l'Inter come la ThuLa: "Imparo e segno"

4 ore fa 1

Il 21enne decisivo all'Olimpico nella vittoria sulla Roma. Inizia a essere sempre più una copia su carta carbone del "fratellone" Marcus

Filippo Conticello

Giornalista

19 ottobre - 01:30 - MILANO

Prima o poi l’Inter riuscirà ad apparecchiare l’incontro a cui lavora da un po’. Potrà presentare Ornella Vanoni, riscopertasi nerazzurra a 91 anni, alla tessera numero 1 del fan club francese: Ange-Yoan Bonny, semplicemente Angelo dentro allo spogliatoio interista, che continua a conquistare una rete alla volta. Quella di ieri, la terza in stagione e la seconda di fila, è sembrata l’ennesimo soffio vitale di questa Inter, un inno alla gioventù, così come piace alla sua artista preferita: "Questo sole accende sul mio volto un segno di speranza…", cantava Ornella nazionale ne “L’appuntamento”. È il classico senza tempo che quel buongustaio di Bonny ascolta di più.

CARTA CARBONE

—  

A vegliare Angelo dall’alto c’era anche Marcus Thuram, venuto apposta ieri mattina da Milano dopo aver fatto le terapie per il bicipite femorale che ancora un po’ lo tormenta, ma da un francese all’altro non si vede quasi la differenza: il 21enne inizia a essere sempre più una copia su carta carbone del fratellone di 28. Prima di segnare a Svilar, sfruttando il fuorigioco suicida di Gasp, Bonny aveva pure tentennato: stranamente ondeggiava, come se non pensasse di essere tenuto in gioco ma, quando ha realizzato del regalo ricevuto, ha infilato il pertugio giusto. Del resto, era stato uno dei pochi a dover faticare durante la sosta e aveva pure impressionato i suoi fitness coach: i valori fisici stupiscono, il ragazzo ha tutta l’aria di chi non voglia svernare alle spalle della ThuLa, ma piuttosto complicare le scelte dello stesso mentore Chivu. "Giocare con continuità conta, è bello segnare, imparare, lavorare così di squadra: sono tre punti importantissimi per il nostro cammino", ha ammiccato a fine partita.

IN LONTANANZA

—  

L’allenatore è ben contento di questo piglio e, in generale, si gode la buona vena dell’altra coppia franco-argentina: Bonny più Lautaro che, insieme, avevano già maltrattato la Cremonese. Se si sommano i nuovi 69’ passati in campo ieri, si scopre una media non normale: in 227 totali viaggia a un gol ogni 75. Nella somma reti-assist, 3+3, non c’è interista che abbia preso parte a più gol in campionato, anzi da quando la A è tornata a 20 squadre nessun nerazzurro si era arrampicato a queste altezze nelle prime 7 presenze. Al momento, hanno la stessa produzione solo Nico Paz e Pulisic, ma giocando molto di più. A differenza del francese, ieri Lautaro era nervoso senza ragione, ha preso un giallo lampo e, soprattutto, era stanchino dopo la solita transvolata oceanica: Chivu lo vuole riposato soprattutto per il nuovo scontro diretto in trasferta sabato prossimo al Maradona, ma in mezzo c’è pur sempre il viaggio a Bruxelles. Sarà decisivo il recupero nei prossimi due giorni, a quel punto il tecnico romeno deciderà se ripartire subito con l’argentino. Comunque vada, che il centravanti sia il Toro oppure il sempre generoso (e poderoso) Esposito, è assai dura rinunciare a questo Bonny. "Sto solo imparando, lavorando assieme a Pio giorno dopo giorno: guardate come ha tenuto palla lui quando è entrato...", ha aggiunto alla fine, riconoscendo la dote del compagno. "Sto aspettando quando a un tratto ti vedrò spuntare in lontananza", sembra invece cantargli ancora la Vanoni. E con lei, tutta l’Inter.

Leggi l’intero articolo