Nelle ultime settimane i due difensori rossoneri sono stati accomunati dallo stesso percorso: il rifiuto di una nuova destinazione si è trasformato in una nuova chance a Milanello
Giornalista
3 febbraio - 18:03 - MILANO
Ci vuole uno sceneggiatore fantasioso per fornire a Tomori e Pavlovic - due giocatori con storia e trascorsi molto diversi - lo stesso copione da recitare insieme per due settimane. Succede anche questo nella stagione pazza del Milan. Esatto: Fik e Strahinja hanno vissuto l'ultimo periodo percorrendo lo stesso sentiero. Concluso con la medesima consapevolezza: sono stati gli artefici del loro destino perché non hanno ceduto alla volontà altrui, ma hanno ottenuto ciò che desideravano. Molto banalmente: rimanere dove stavano.
porte scorrevoli
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Il derby ha acceso una lampada potente sulla loro storia, perché - vuoi per acciacchi dei compagni, vuoi perché magari l'allenatore avrebbe comunque scelto così -, sono usciti dalla stracittadina a testa alta. Beneficiando, come tutto il Milan, di una robustissima dose di buona sorte, ma offrendo comunque una prestazione importante. L'Inter ha tirato, ha premuto e spremuto come poteva il Milan, ma la diga - a parte ovviamente l'amnesia finale - ha retto bene e, considerati i grandi stenti della fase difensiva rossonera '24-25, c'è di che rallegrarsi. La sceneggiatura è intrigante perché in teoria questo derby non avrebbero dovuto giocarlo. Quanto meno, uno dei due. Collocati entrambi sulla lista dei cedibili, dei sacrificabili, e ora tornati a nuova vita rossonera. Sono le numerose porte scorrevoli che attraversano la carriera di un calciatore. Tempistiche leggermente diverse: Tomori era stato - diciamo così - invitato a guardarsi intorno soprattutto negli ultimi giorni, soprattutto perché il Tottenham aveva offerto al Diavolo una cifra vicina ai 30 milioni di euro, che aveva ingolosito parecchio. La stagione di Fik è stata molto altalenante - più in generale, l'inglese non è più riuscito a tornare sui livelli dell'annata scudetto -, ma con Conceiçao si è ripreso un ruolo da protagonista. È evidentemente soprattutto per questo che il difensore - molto legato al Milan - ha chiuso a qualsiasi ipotesi di trasferimento.
cambio di rotta
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Anche Pavlovic sta vivendo una rinascita a Milanello. L'inizio dell'avventura era stato promettente, poi Fonseca l'ha inchiodato alla panchina senza appello e, insomma, la logica portava a pensare che il serbo a gennaio avrebbe salutato. Ma, come per Tomori, ha prevalso l'orgoglio di non abdicare, il desiderio di dimostrarsi all'altezza del Diavolo. Strahinja ha detto no al Fenerbahçe e non ha nemmeno preso in considerazione il Galatasaray. E, anche in questi casi, per via Aldo Rossi era pronta una discreta manciata di milioni. Le sue prestazioni recenti - pulite, efficaci, sicure - hanno poi convinto definitivamente il club rossonero a toglierlo dall'elenco dei cedibili. Tomori e Pavlovic allora ripartono insieme, col derby come detonatore, e con l'obiettivo di diventare la coppia di centrali in pianta stabile. Gabbia e Thiaw sono avvisati.