Lo spagnolo ha trascorso in campo quasi cinque ore in più del numero uno. E anche la distanza percorsa cambia...
Martina Sessa
12 luglio - 18:24 - MILANO
Il piano di gioco di Sinner a Wimbledon (e non solo) è semplice: vittoria rapida e se possibile indolore. Quello di Alcaraz, invece, anche se non del tutto volontario, è quasi opposto: match lunghi, lottati, sudati, sofferti. Metodi diversi, ma alla fine il risultato è lo stesso. A Londra, come a Parigi qualche settimana fa, Jannik e Carlos si sfideranno per puntare alla conquista di uno dei trofei più ambiti della stagione. Sul Centre Court dell’All England Club, però, i due tennisti arrivano alla finale con due approcci diversi e quindi con numeri diversi. Il numero uno, infatti, ha trascorso in campo quasi cinque ore in meno del suo avversario: un’infinità, se si considera la rapidità della superficie.
le ore giocate
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Jannik Sinner ha cercato di abbreviare le sue partite il più possibile e quando non ci è riuscito lui è stato l’avversario (in questo caso, Grigor Dimitrov) a dargli una mano ritirandosi davanti due set a zero. Così il suo torneo di Wimbledon è durato finora 11 ore e 45 minuti perdendo solo due set, quelli del complicato ottavo di finale contro il bulgaro. Le battaglie di Carlos Alcaraz, invece, hanno tutt’altra durata. Il campione Slam spagnolo ha impiegato 16 ore e 28 minuti, lasciando sul suo cammino anche cinque parziali, per centrare la sua terza finale consecutiva di Wimbledon. Già solo l’esordio contro Fabio Fognini, al suo ultimo match professionistico, è durato poco più di quattro ore e mezza. Al Roland Garros la distanza tra i due, prima della finale, non era così ampia: 14 ore in campo per il vincitore di Parigi, 12 per il finalista.
la distanza percorsa
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Durata diversa, chilometraggio assai diverso, dispendio fisico diverso. La distanza coperta in campo da Jannik Sinner in questo Wimbledon si aggira intorno ai 13,7 km. Anche in questo caso i numeri di Carlos Alcaraz recitano altro. Quasi 19 km (18,8) macinati nelle sei partite che lo spagnolo ha giocato finora. Sulla carta, quindi, ci si dovrebbe aspettare il campione in carica più stanco e affaticato. Le finali, però, sono sempre discorsi a sé. Tempi e distanze, per quanti differenti, possono annullarsi: l’unica cosa che conterà domenica è la fame di ottenere la coppa di Wimbledon.