Sarà un testa a testa Piastri-Norris. Il segnale? Gli espedienti di Max e Leclerc

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Barcellona è stato un crocevia decisivo del Mondiale: lo dicono gli atteggiamenti di alcuni protagonisti, che le provano tutte per intaccare il dominio McLaren

Mario Salvini

Giornalista

3 giugno - 08:31 - MILANO

Potremmo ricordarlo come il gran premio-confine tra due momenti della storia recente della Formula 1. La fine dell'epoca di Max Verstappen, o quantomeno della prima epoca di Max Verstappen, ovvero il filotto di Mondiali consecutivi, che sarà verosimilmente interrotto a quattro. E il ritorno della McLaren. Che a tornare aveva già cominciato la scorsa stagione, con quella gran rimonta e poi col titolo Costruttori. E’ una sensazione che ricaviamo da due dati.

i dati

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Il primo tecnico: la direttiva sulle ali anteriori. “Credo che siamo stati l’unico team a non segnalare modifiche”, ha detto bello sereno il team principal Andrea Stella. Segno che in teoria la McLaren avrebbe potuto – forse dovuto, nelle speranze degli altri – essere la squadra più danneggiata dalla novità. Quanto danneggiata lo hanno spiegato bene le qualifiche, e poi la gara e la sua classifica definitiva: cioè nulla. L’altro elemento che fa pensare a una McLaren campione è il passaggio a vuoto di Max Verstappen, appunto. Fino a ieri il solo che dava l’idea di potersi infilare tra i due vestiti di papaya. Esattamente come ha fatto ieri al via, salvo essere presto ripreso da Lando Norris. Con un ritorno che ha ben esemplificato la scala dei valori in pista. Max entrava nel fine settimana del gran premio di Spagna con 25 punti di ritardo da Oscar Piastri. E se ne va a -49, per via della penalizzazione.

gap

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Non è nemmeno il gap raddoppiato a dar la sensazione che al Montmelò qualcosa sia stato deciso. E’ la ragione della penalizzazione: ovvero l’affanno di Max, insieme all’espediente studiato da Charles Leclerc con il singolo stint in Q3 per salvaguardare un treno di gomme. Se Red Bull e Ferrari devono ricorrere a bizzarre invenzioni per tenere il ritmo, significa che la McLaren ha già vinto. Verstappen ha studiato una strategia a tre soste, e poi si è esibito nella più classica delle sue manovre: quella per cui quando si tratta di affrontare un duello dall’interno di una curva semplicemente la curva non la imposta, va dritto e spara fuori l’avversario. Lo fa sempre, figuriamoci se non l’avrebbe fatto ieri, frustrato com’era dall’aver scoperto di essere sulle gomme bianche senza saperlo, infilato da due rivali nel giro di altrettante curve. “Le tre soste mi hanno permesso di fare una corsa più all’attacco – ha provato a spiegare - più divertente invece di stare a gestire. A volte ti va bene, altre volte hai sfortuna e alla fine non puoi essere contento. Questa è una di quelle volte in cui non è andata bene”.

McLaren's Australian driver Oscar Piastri competes in the Formula One Spanish Grand Prix at the Circuit de Catalunya in Montmelo, on the outskirts of Barcelona, on June 1, 2025. (Photo by Pierre-Philippe MARCOU / AFP)

papaye

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E allora sarà presumibilmente una questione tra papaye. Al momento Oscar e Lando sono divisi da 10 punti. Stella li ha ringraziati per come stanno interpretando la rivalità e il duello. Pur essendo certo – come lo siamo tutti – che la battaglia conoscerà presto altra intensità e altri toni. Non dimentichiamo che lo scorso anno, dopo il successo a Baku, quando gli fu chiesto di dare una mano al compagno Norris, Piastri s’era bellamente defilato. Sarà la loro sfida, presumibilmente, a tenere un po’ di interesse sul campionato. Per quanto non è che siano esattamente i due che infiammano gli entusiasmi. O meglio Lando sì: è il più social e il più "netflixable" tra i piloti in griglia. Tra i giovanissimi ha segnato un punto di rottura, ottenendo devozione a prescindere da risultati e piazzamenti, di certo è diventato popolare prima di cominciare a vincere. Molto anche grazie alla sua abilità social. Eppure ultimamente non è che stia coinvolgendo granché. L’altro è il contrario: frasi contenute al minimo, emozioni sotto il livello di guardia. E dire che in pista invece avrebbe tutto per esaltare le folle, puristi compresi. Forse sarà proprio lì, il punto di interesse: nel duello tra due stili, di vita prima che di guida, così diversi. Vedremo. Di sicuro darà difficile attaccarsi a loro dichiarazioni.

Questo articolo è tratto da Pole Position, newsletter G+ in uscita ogni lunedì. Per iscriversi e per informazioni sulle altre newsletter di Gazzetta clicca qui

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