Risse sfiorate, frecciate, idee comuni: Allegri e Ibra, storia di un rapporto tormentato

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A distanza di tredici anni Max e Zlatan si ritrovano al Milan. Insieme hanno vinto e hanno attraversato momenti tesi, ecco come agiranno adesso

Marco Pasotto

Giornalista

3 giugno 2025 (modifica alle 12:45) - MILANO

Il calcio per certi versi è simile alla politica. A volte si dicono cose pessime, si esprimono giudizi brutali, si punta il dito su persone e situazioni, ma poi si va avanti come se non fosse successo nulla. O quasi, insomma. Si deve andare oltre, un po' perché il tempo per fortuna spesso annacqua incomprensioni e cattiverie, un po' perché arrivano circostanze in cui per il bene di tutti è meglio chiuderle nel cassetto più nascosto. Massimiliano Allegri e Zlatan Ibrahimovic si ritrovano sotto lo stesso tetto a distanza di tredici anni ed è lecito interrogarsi sulla qualità del loro rapporto, che in passato ha vissuto - diciamo così - momenti non particolarmente idilliaci. Tredici anni però sono, appunto, una vita. Anche il Milan, nella sua totalità, deve darsene una nuova e al Diavolo ora come ora l'unica cosa che conta è il bene comune, l'obiettivo di tornare in alto. Tutte cose che vengono prima dei singoli, per quanto Max e Zlatan occupino incarichi cruciali. Negli ultimi giorni si sono anche già incontrati per mettere sul tavolo le rispettive esigenze e aspettative, e se dal comignolo di Casa Milan è uscita la fumata bianca significa ovviamente che si può ripartire con costrutto e rapporti proficui.

quei due portieri in panca...

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Certo, carta canta. Perché di Allegri lo svedese si è lamentato nero su bianco, tra libri e interviste. Il riferimento va in particolare alla stagione 2011-12 e al ritorno degli ottavi di Champions con l'Arsenal a Londra. Questo è l'episodio più eclatante che li ha visti protagonisti. Quattro a zero rossonero a San Siro, 3-0 Gunners all'Emirates con grande paura di ritrovarsi fuori e con Allegri che manda in panchina due portieri (ora è normale, ma all'epoca c'erano solo sette caselle per le seconde linee). Cosa era successo nel dopo gara l'aveva raccontato Z: "Avevamo perso 3-0 e Allegri era tutto contento. È vero che avevamo passato il turno, ma non c’era nulla da ridere e glielo feci notare. Mi ha risposto che dovevo pensare a me, perché avevo giocato male. Gli ho ribattuto che aveva fatto cag... lui, che per paura si era portato due portieri in panchina…". Alla presentazione di Adrenalina, il libro di Ibra, Galliani era entrato - raccontandolo col sorriso - ancora più nel dettaglio: "A fine gara Zlatan piomba nello spogliatoio, si mette a urlare come un pazzo e quasi mena Allegri per la storia dei due portieri. E pensare che l'idea a Max gliel'avevo data io...". Anche Zambrotta aveva confermato la tensione di quel dopogara: "Allegri ci fece i complimenti, non fu una grande mossa. Ibra si arrabbiò e quasi vennero alle mani nello spogliatoio".

gli ultimi 13 anni

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Ci sono anche altre punture pubbliche dello svedese ad Allegri. Per esempio: "Allegri è bravissimo a gestire lo spogliatoio, ma doveva avere più coraggio. Andare al Real Madrid, misurarsi con l'estero, invece ha fatto la scelta comoda". Si parla anche di qualche frizione recente, come nell'ultimo Juve-Milan dello scorso gennaio: un battibecco nato e subito morto in quella serata, che però racconterebbe come ai due possa capitare di accendersi quando entrano nei rispettivi radar. E dunque non resta che resettare tutto, principalmente per il bene del Milan, magari ripartendo da queste parole di Ibra di sei anni fa, quando aveva difeso il tecnico: "Allegri ha ragione, il calcio è solo una questione di vittorie. Se giochi bene e non vinci, non conta nulla. Date retta a Ibra, conta solo vincere. In che modo, ha poca importanza". Avanti con l'Ibra-Allegri bis, allora. Si ritrovano con tredici anni in più sulla carta di identità, che ha cambiato loro l'abito: Zlatan è diventato il super consulente del club, Max è tornato a Milanello con una bacheca colma di trofei. E, in fondo, assieme i due avevano già vinto in rossonero uno scudetto e una Supercoppa. Si potrebbe per esempio ricominciare da lì.

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