Renée Zellweger spiega il mito di Bridget Jones

3 ore fa 1

 Perché il mito di Bridget Jones? Lo spiega la stessa Renèe Zellweger.  "Perché questo personaggio è una persona normale come tante in cui è facile identificarsi e questo tutti lo avvertono. Questo vale anche quando affronta importanti momenti della vita. Il fatto poi che lei faccia tutto questo con ottimismo è un insegnamento che vale per tutti, ci fa sentire capìti e allo stesso tempo dà speranza ". Così a Roma Renée Zellweger, corpetto nero con maniche chiare corte a sbuffo, parla di 'Bridget Jones: Un Amore di Ragazzo', in sala dal 27 febbraio con Universal, dove interpreta per la quarta volta questo personaggio alle prese con i suoi soliti impacci, insicurezze ed amori sfortunati. Bridget infatti in questo film, firmato da Michael Morris, è vedova da quattro anni e si destreggia tra il lavoro in tv e la crescita dei suoi figli, Billy di nove anni e Mabel di quattro. È ancora amica dell'ex amante Daniel (Hugh Grant), ma cerca di elaborare il lutto e tornare alla vita affettiva come le consigliano le amiche e la sua ginecologa (Emma Thompson). Per lei così arrivano app di incontri, la storia con un affascinante trentenne (Leo Woodall), qualche punturina sulle labbra e poi l'incontro con l'insegnante di scienze di Billy (Chiwetel Ejiofor). L'aver vinto due Oscar come miglior attrice protagonista (Judy) e non protagonista (Ritorno a Cold Mountain), ma non con Bridget Jones non la infastidisce. "Credo che non ci sia molta differenza tra commedia e dramma, il mio criterio è sempre quello di scegliere buone storie".

"Certo oggi Bridget Jones è cresciuta e vede la vita da una prospettiva diversa, attraverso il prisma della perdita e della genitorialità. Prende così le decisioni in modo diverso. Quindi è più misurata, matura, ma la sua natura alla fine è sempre la stessa, ovvero effervescente, piena di ottimismo e dolcezza", aggiunge l'attrice texana 55enne.

Avere una storia con una persona più giovane dice poi l'attrice - che tra l'altro ha una relazione con Ant Anstead, conduttore tv che ha dieci anni meno di lei -: "Oggi non è un problema come una volta perché si è cominciato a capire che non ci si può irrigidire su parametri di mille anni fa".
Farebbe il quinto capitolo di Bridget Jones? "Credo sia finita qui, ma tengo comunque le dita incrociate e se Bridget in persona mi bussasse domani sulla spalla, chissà".
Infine una domanda che arriva da una fan dell'attrice americana invitata all'incontro stampa, ovvero che direbbe l'ultima Bridget Jones a quella del primo film? La Zellweger, dopo un iniziale risolino, incipit di tutte le sue risposte, ha detto: "Che domanda dolce, davvero bella, direi a Bridget: andrà tutto bene".
Infine, una curiosità. Esiste una sindrome Bridget Jones che si chiama 'anuptafobia' e si caratterizza per la paura persistente e irrazionale di rimanere single e non vivere una relazione di coppia. 
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Leggi l’intero articolo