Un momento difficile, arrivato dopo
i tre mesi di stop e quindi "ancora più difficile, perché c'era
la voglia di dimostrare tanto". Per Jannik Sinner, lo sport "a
volta ti da' tanto, a volte ti toglie. Oggi - dice in conferenza
stampa - ho vissuto il lato triste. Ma piangere non serve a
niente, adesso mi serve solo di tornare dalla mia famiglia, di
avere un po' di tempo con loro e con me stesso. Poi, piano
piano, si risale".
Sinner ripensa ai tanti momenti del match in cui avrebbe
potuto chiudere il conto con Carlos Alcaraz e non l'ha fatto:
"Sono contento della mia performance, è stato un incontro ad
altissimo livello. Fin quando giochi c'è qualcosa da fare, pensi
di sfruttare ogni punto, c'è sempre spazio. Dopo questo
risultato c'è delusione, ma quando è finita è finita. E'
difficile da accettare, non ho avuto molta fortuna, ma questo è
lo sport, c'è la parte felice, oggi a me spetta quella triste".
Sinner prova a farsi coraggio tornando alle immagini di "un
match ad altissimo livello, con la palla che andava veloce ed
una bella atmosfera anche per il pubblico. Mi porto via un'altra
finale slam, che non è da sottovalutare, è la terza consecutiva.
Ultimamente sono sempre andato lontano in tutti i tornei, è la
mia ottava finale di fila. L'anno scorso avevo più alti e bassi,
adesso riesco a resettare ma oggi è stato inutile. Se dicessi
che sono felice perché ho giocato la finale non andrebbe bene.
Perdere così fa tanto male".
E adesso? Jannik ha le idee chiare: "Con calma, mi serve un
po' di tempo per me stesso, ho voglia di stare con la mia
famiglia, poi andiamo avanti. La strada è questa, o la segui o
ti perdi. E io non sono assolutamente il tipo che ha voglia di
perdersi. Cercheremo di giocare qualche partita sull'erba prima
di Wimbledon. A piangere si perde soltanto tempo. Nei mesi
scorsi ho avuto momenti difficili, ma si risale".
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