Il tecnico del Genoa lunedì sfiderà per la prima volta la squadra giallorossa. Qualche anno fa mise parrucca, cappello, occhiali e persino un neo finto per non essere riconosciuto
Vivere un derby da vero tifoso, quasi da ultras. Non in campo dove ne aveva giocati a decine sempre col coltello tra i denti. Ma in curva Sud dove andava spesso da bambino e dove sono pronti ad applaudirlo anche da avversario. Voleva farlo senza avere sguardi ossessivi addosso e senza attenzioni particolari. Come una persona qualsiasi, come tanti. Daniele De Rossi lo sognava da tempo, soprattutto da quando aveva appeso gli scarpini al chiodo. Diceva sempre ai suoi amici: “Voglio venire in curva senza farmi riconoscere!”. E poi lo aveva promesso anche nel giorno del suo primo addio alla Roma, quello da calciatore. Impresa che sembrava impossibile.
il trucco
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Il volto e la voce di Daniele, infatti, sono inconfondibili per quella tifoseria che lo aveva visto scendere in campo a difendere i colori giallorossi per bene 616 volte. Il 26 gennaio 2020, però, De Rossi riesce nell’impresa. E ci riesce nel giorno del derby. L’attuale allenatore del Genoa organizzò lo “scherzo” insieme all’attore Valerio Mastandrea e al presentatore Marco Bianchi, alias Zoro. Oltre due ore di make up per rendere Daniele irriconoscibile, il tutto documentato qualche ora dopo da un video della moglie Sarah Felberbaum. “Ecco cosa succede quando tuo marito decide di infiltrarsi in curva Sud per esaudire il suo sogno e vedere il derby. Abbiamo perso un pomeriggio intero, ore di trucco, traumatizzato i figli ma era felice come un bambino”, scrisse l’attrice nel post diventato subito virale. E pubblicato non prima del fischio finale della partita con la Lazio terminata 1-1 con gol di Acerbi per i biancocelesti e Dzeko per i giallorossi. Ma in cosa consisteva il travestimento? Un cappello di lana, una parrucca con capelli biondi e lunghi, un paio di occhiali e un neo sulla punta del naso.
che emozione
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Poi bocche cucite, soprattutto all’entrata ai tornelli dove Daniele temeva maggiormente di farsi “sgamare”. E invece nulla, nessun tifoso ha riconosciuto De Rossi che sugli spalti non ha lesinato cori, urla e abbracci. Già dal momento della coreografia si vede l’ex centrocampista in curva a sventolare le bandierine gialle e ad applaudire l’ingresso di quelli che fino a due anni prima erano stati suoi compagni di squadra. Poi l’esultanza per il gol di Dzeko e le mani tra i capelli (finti) per il pari di Acerbi. Nella sua conferenza d’addio d’altronde aveva avvisato: “Non escludo che in futuro mi troverete in un settore con birra e panino a tifare la Roma”. Una promessa mantenuta a quella curva sotto la quale correrà anche lunedì prossimo nella sua prima sfida della vita alla sua squadra del cuore.









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