Prezzi delle auto: il peso di emissioni e sistemi di sicurezza

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Nel corso degli ultimi anni, l’inasprimento delle norme europee sulle emissioni e l’introduzione di Adas obbligatori hanno accresciuto i costi industriali e, quindi, comportato un importante rialzo dei listini

Emilio Deleidi

17 settembre - 09:04 - MILANO

Le auto di oggi sono molto più costose rispetto al passato, anche recente, e questo è indiscutibile. Tuttavia, sono anche molto più complesse, a seguito delle normative ambientali e per la sicurezza che sono state via via introdotte, il rispetto delle quali comporta oneri non indifferenti per il costruttore (e, di conseguenza, per il consumatore). Basta un piccolo ripasso di quanto è cambiato negli ultimi tempi, prendendo come riferimento il 2019, anno immediatamente precedente alla pandemia del Covid che congelò a lungo il mercato, per rendersene conto.

di euro in euro

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Dal punto di vista delle emissioni, le auto di nuova immatricolazione devono rispettare la normativa Euro 6 già dal 1° settembre del 2015, ma se fosse solo così sarebbe fin troppo semplice. Perché l’Unione Europea non ha aspettato la futura regolamentazione Euro 7 per introdurre delle modifiche, ma lo ha fatto quasi ininterrottamente negli ultimi anni, costringendo i costruttori ad adeguarsi di volta in volta a limiti più stringenti. Dal gennaio del 2016, infatti, sono state introdotte diverse “fasce” di omologazione, contraddistinte sempre dal numero 6, seguito però da una lettera dall’alfabeto. Così, nel gennaio 2016 è scattata per i veicoli di nuova immatricolazione la norma Euro 6a, che prevedeva una riduzione delle emissioni di NOx (gli ossidi di azoto) e del particolato, modificata successivamente dalla Euro 6b, più restrittiva in merito alle particelle sottili. Nel settembre del 2018 (per le nuove immatricolazioni, un anno prima per le nuove omologazioni) è stata la volta della direttiva Euro 6c, il cui cambiamento più significativo è stato la riduzione dei volumi di particolato ammessi allo scarico: obbligo che ha comportato anche l’adozione del relativo filtro, fino ad allora previsto per le auto diesel, anche su quelle con motori a benzina. Sempre nel 2018 è stato adottato il protocollo Wltp (Worldwide harmonized light vehicle test procedure), che effettua misurazioni delle emissioni basate su procedure più realistiche rispetto al passato. L’introduzione della norma Euro 6D, nel settembre 2019, è avvenuta prima in una versione “ammorbidita” detta Euro 6D-Temp, poi, dal gennaio 2021, in quella definita Euro 6D-Final, più severa nelle tolleranze dei test. La procedura, infatti, ha previsto l’adozione del protocollo Rde (Real Driving Emission) basato su misurazioni reali, effettuate con l’auto su strada e non più in test di laboratorio: lo scarto tra i valori ottenuti al banco e quelli rilevati con il metodo Rde non deve superare il 50%.

non è finita

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Se tutto questo non bastasse, in attesa che si chiarisca quanto accadrà nel 2035 a proposito dell’obbligo d’immatricolazione di sole auto elettriche, la prossima tappa è già stata fissata con lo standard Euro 7, al quale dovranno attenersi le auto omologate a partire dal 29 novembre 2026 (e immatricolate dal 29 novembre 2027). Una normativa ammorbidita rispetto alle previsioni iniziali, ma che, pur mantenendo limiti di emissioni vicini a quelli previsti dalla Euro 6, comunque introduce concetti nuovi come quello delle emissioni non legate agli scarichi dei motori (per esempio, il rilascio di particolato da freni e pneumatici). Ciò significa che dovranno rispettare alcuni valori anche le auto elettriche. Il rispetto dei limiti dovrà essere inoltre mantenuto per 10 anni o 200 mila chilometri e i test saranno condotti in condizioni di guida reali e più severe (per esempio, anche con temperature estreme).

aiuti obbligatori

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Il tema delle normative sui gas di scarico non è però l’unico a incidere sulla dotazione delle auto di oggi. Dal 7 luglio 2024, infatti, sulla base del Regolamento UE 2019/2144 tutte le auto di nuova immatricolazione devono montare sistemi automatici di ausilio al guidatore (detti Adas) che contribuiscano a ridurre l’incidentalità sulle strade europee. Anche le utilitarie, come per esempio la Fiat Panda, hanno dovuto essere munite di serie di sistemi come l’Intelligent speed assist (che riconosce i limiti di velocità imposti dalla segnaletica e ne avverte il guidatore con segnali visivi e sonori), l’Automatic emergency braking (la frenata automatica di emergenza in caso di presenza di ostacoli e assenza di una reazione adeguata del conducente, con attivazione delle quattro frecce), il Drive attention alert (il monitoraggio dello stato di attenzione del guidatore), il Lane keeping system (il sistema di mantenimento nella corsia di marcia, in assenza di azionamento degli indicatori di direzione), i sensori o la telecamera posteriori per la retromarcia, una scatola nera per la raccolta dei dati relativi agli istanti precedenti un incidente e nel suo svolgimento, il monitoraggio della pressione degli pneumatici e la predisposizione all’installazione dell’Alcolock, il dispositivo che impedisce l’accensione del veicolo se i sensori rilevano un tasso alcolemico non conforme alla normativa.

fate rumore

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La silenziosità delle vetture elettriche (e di quelle ibride plug-in in modalità di marcia elettrica) può essere pericolosa per i pedoni: ecco perché, dal 1° luglio del 2019, è stato resa obbligatoria dalla UE per le auto nuove (e dal 2021 per quelle circolanti) un sistema di produzione di un suono artificiale con almeno 56 decibel di intensità, emesso fino a una velocità di 20 km/h e nelle retromarce.

il peso delle norme

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Come si vede, anche solo negli ultimi sei anni le dotazioni imposte da tutte le normative hanno inciso considerevolmente sulle auto, aumentandone inevitabilmente i costi; qualche tempo fa, Jean Philippe Imparato, responsabile dei mercati europei di Stellantis, ha stimato in 2 mila euro la spesa necessaria perché un’utilitaria ottenga la necessaria omologazione. E di recente, al salone di Monaco, ha sottolineato che, mentre nel 2019 esistevano 49 modelli con un prezzo inferiore ai 15 mila euro, oggi se ne conta uno solo. Forse i numeri espressi non sono proprio precisi, ma la fotografia della realtà è comunque questa: le auto di oggi, citycar comprese, sono troppo onerose per il potere medio di acquisto dei consumatori. Dunque, bisognerebbe capire quali, tra le loro caratteristiche e dotazioni, siano realmente necessarie, senza per questo naturalmente intaccare sicurezza e protezione dell’ambiente.

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