Pep, il nandrolone e l'assoluzione arrivata quando già vinceva col Tiqui-Taca

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 Pep Guardiola, Manager of Manchester City, reacts following the team's defeat during the Premier League match between Brighton & Hove Albion and Manchester City at Amex Stadium on August 31, 2025 in Brighton, England. (Photo by Justin Setterfield/Getty Images)

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Nel 2001 Guardiola fu squalificato quattro mesi: era stato trovato positivo dopo Piacenza-Brescia (il 21 ottobre) e Lazio-Brescia (il 4 novembre). Come lui tanti stranieri arrivati in serie A. "Ho preso solo vitamine" disse Pep, che si sentì incastrato. E fu assolto (anche in appello in sede penale). Ma solo nel 2009...

Furio Zara

Collaboratore

18 settembre - 12:43 - MILANO

Il 29 settembre 2009 le agenzie rilanciarono la notizia che Pep Guardiola era stato assolto dalle accuse che gli erano state mosse dalla Procura Antidoping del Coni. All’epoca lo spagnolo aveva cominciato la sua seconda vita, allenava il Barcellona, aveva già messo in bacheca - al suo primo anno in panchina - la vittoria nella Liga e nella Coppa del Re e, soprattutto, in Champions League. Era il tempo in cui Guardiola si stava imponendo nel panorama internazionale con la forza delle sue idee, che si sviluppavano in quel principio di gioco che divenne noto come Tiqui-Taca. Guardiola accolse la sentenza con sollievo, ma la ferita rimaneva. E più della ferita il sospetto di essersi sentito truffato, vittima di quello che un giorno di anni dopo ha definito "Un grande imbroglio", ordito - questo è il suo pensiero - ai suoi danni. Che la ferita sia ancora aperta - a tanto tempo di distanza - lo dimostrano le dichiarazioni rilasciate in queste ore, con Guardiola che dice "Magari un giorno la Figc mi chiederà scusa".

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