Alleati silenziosi dell'emancipazione gastronomica, prima delle donne che all'epoca avevano la mansione di cucinare e poi in generale di tutti, risparmiando tempo davanti ai fornelli e guadagnandolo per sé, i cibi surgelati nel 2025 compiono 100 anni. Per quanto le fonti siano contrastanti, tra il 1925, il 1928 e il 1930, tutte riconoscono la paternità allo scienziato Clarence Birdseye, biologo-ricercatore e fondatore della Birds Eye Frozen Food Company (in attività ancora oggi), considerato il padre della moderna industria dei surgelati che a partire dall'inizio degli anni '20 cominciò a lavorare all'idea, poi testata in 18 negozi al dettaglio di Springfield, Massachusetts, rivoluzionando per sempre il modo di conservare e consumare il cibo. Il sistema di surgelazione rapida l'ha ideato lo stesso Birdseye osservando i metodi di pesca degli Inuit dell'Artico e il suo 'eureka' sull'uso del raffreddamento rapido in ambito alimentare ha accompagnato alcuni cambiamenti importanti della nostra vita quotidiana.
"Il boom del consumo dei surgelati è iniziato a partire dagli anni '50 e anche grazie ad essi le donne si sono svincolate dal ruolo di gestione della famiglia che le vedeva in cucina per preparare i pasti per tutti e in modo quotidiano ed esclusivo, anche quando lavoravano fuori casa, - spiega Ernesto Di Renzo, antropologo e esperto di patrimoni culturali e gastronomici all'università Tor Vergata di Roma. - Dal frigorifero alla lavatrice, dal freezer ai cibi surgelati, si sono alleggerite le incombenze riducendo il tempo passato ad occuparsi della casa e a cucinare almeno per due o tre pasti al dì. All'epoca, una sorta di emancipazione sociale e culturale per le donne in termini di miglioramento della qualità della propria vita. Una trasformazione avviata nelle città più grandi, ma estesa successivamente anche nei paesi più piccoli.
Un cambiamento epocale, perché le donne, anche quelle emancipate economicamente, fino ad allora avevano oltre a tutto il resto anche comunque compiti e incombenze casalinghe da assolvere identici a quelli delle loro madri e delle loro nonne. Senza dimenticare che i cibi surgelati successivamente poterono essere cucinati facilmente anche da altri componenti della famiglia e non più solo dalle donne". "Il primo cibo surgelato finito in grandi quantità dei freezer degli italiani è stato, nel 1967, il merluzzo o nasello, avvolto nella pellicola trasparente - spiega Di Renzo. - Inoltre i bastoncini di pesce e i fagottini ripieni e impanati, destinati ad un target di consumatori più urbano e alto spendente, più gourmet rispetto al nasello, in monoporzione e destinati ai bambini".
Nel 1969/70 è la volta delle patatine congelate e dei primi minestroni presenti oggi in molte varianti anche geografiche. "Negli anni '90 arrivano i primi piatti pronti, come la pasta surgelata e già porzionata e condita dove non serve aggiungere proprio nulla. Basta metterla in padella ed è pronta", precisa l'esperto che sottolinea anche un altro effetto secondario e positivo dovuto all'uso del cibo congelato: "Oltre alla praticità e alla velocità nel preparare i pasti con questo tipo di alimenti, i surgelati hanno permesso di rompere la monotonia della cucina di casa del passato in cui si mangiavano le stesse cose a rotazione permettendo agli italiani di provare cibi e sapori provenienti da altri paesi, il merluzzo dei mari del nord è l'esempio più comune, ma anche da altre regioni della penisola". Con il tempo la funzione comoda dei surgelati ha coinvolto ogni genere di target: alleati dei single maschi e femmine, degli studenti fuorisede e di tutte le famiglie che aprendo il freezer possono consumare pasti pronti e veloci da preparare senza le formalità della tavola italiana del Novecento con tutti riuniti davanti al cibo. Agli italiani i cibi surgelati piacciono ogni anno di più. In Italia lo scorso anno ne abbiamo consumati 652.643 tonnellate, +2,3% rispetto all'anno precedente. Attestano i dati dell'Istituto italiano alimenti surgelati che oggi mettiamo soprattutto in freezer i vegetali (220.497 tonnellate consumate nel 2024), le patate (107.207 tonnellate) e il pesce - naturale o impanato (95.955 tonnellate). Seguono le pizze surgelate (65.688 tonnellate),i piatti pronti e le specialità salate (rispettivamente 66.306 e 31.367 tonnellate).
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