Navigare sotto costa in Italia: le regole fondamentali da osservare

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Considerando che la normativa non è identica lungo le nostre coste, per evitare sanzioni anche pesanti e rischi per i bagnanti bisogna sempre informarsi. E usare il buon senso

Maurizio Bertera

8 giugno - 12:52 - MILANO

Quando si naviga in acque italiane, è fondamentale tenere a mente che in tema di distanza dalla costa, se si tratta di ormeggiare e transitare, non esiste una legge univoca valida per ogni tratto di mare. La ragione? Ogni Capitaneria di porto ha il potere di stabilire le proprie regole, creando un vero e proprio mosaico normativo. Ecco perché informarsi è il primo passo per una navigazione serena e senza sorprese, visto che ormeggiare o ancorare troppo vicino alla riva può costare caro agli equipaggi, e non solo in termini economici. Il concetto base è che il Codice della nautica, pur definendo i limiti massimi di navigazione (6, 12 miglia o senza limiti), non specifica le distanze minime dalla costa. Queste infatti sono demandate alle ordinanze locali che vengono emanate dalle Capitanerie di porto. Tali ordinanze, che hanno valore di legge, hanno l’obiettivo di tutelare sia la sicurezza dei bagnanti e dei subacquei, sia la possibilità di ancorare in sicurezza. Quindi, come comportarsi quando ci si avvicina a una costa sconosciuta? Il consiglio principale è uno: informarsi. Prima di gettare l’ancora o avvicinarsi troppo alla riva, è essenziale conoscere le ordinanze specifiche di quel tratto di mare. Questo significa consultare i siti web delle Capitanerie di porto, chiedere informazioni agli uffici dei porti turistici più vicini, o utilizzare app di navigazione che riportano le zone con limitazioni. Chi non rispetta le distanze minime dalla costa rischia sanzioni amministrative non indifferenti. Le multe variano a seconda del tipo di barca, partendo da un minimo di 103 euro per i natanti e arrivando fino a oltre 1.000 euro per le imbarcazioni più grandi.

GENERALMENTE 200 METRI

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Detto questo, di base la distanza minima dalla costa deve aggirarsi tra i 100 e i 500 metri, variando in relazione al tipo di costa che le barche da diporto si trovano ad affrontare. La distanza minima è quindi maggiore di fronte a degli stabilimenti balneari e minore di fronte a delle scogliere. Il presupposto è semplice: evitare scontri tra nuotatori e barche, purtroppo non infrequenti nei mesi più caldi. Ripetiamo la necessità di informarsi sulle regole locali nello specifico tratto di mare percorso, fermo restando che nella maggior parte dei casi, lungo le coste italiane, la distanza minima da tenere dalle spiagge è di 200 metri, perlomeno durante la stagione balneare. Per le zone caratterizzate da scogliere, la media è invece sui 100 metri. La norma cambia, questo è comprensibile, per le moto d'acqua che devono navigare a 500 metri dalle spiagge e a oltre 300 metri dalle coste a picco, oltre ad avere il divieto di allontanarsi di più di un miglio dalla costa. I concessionari di strutture balneari sono obbligati a segnalare il limite, nel tratto di costa scelto dalla Capitaneria di porto locale, posizionando dei gavitelli di colore rosso sui quali è vietato ormeggiare. I gavitelli bianchi invece segnalano il limite delle acque sicure, a 1,60 m di profondità.

VELOCITà MINIMA

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Altro punto delicato è la gestione dei cosiddetti "corridoi di lancio" (o corsie) che delimitano gli specchi d'acqua per l'approdo e la partenza delle barche negli stabilimenti balneari: sono caratterizzati da due cime arancioni parallele, ad una distanza di almeno 10 metri l'una dall'altra con le boe di colore arancione o giallo, agganciate generalmente sulla battigia (in modo da risultare saldamente ancorate e da non arrecare inciampo alle persone) e che solitamente terminano in mare con due bandierine bianche. Anche qui sono le ordinanze di sicurezza balneare delle Capitanerie di porto che stabiliscono il posizionamento dei corridoi di lancio, rispettando le caratteristiche base. Se le unità a vela (comprese le tavole) devono percorrere i corridoi con la massima prudenza, quelle a motore, quindi anche le moto d'acqua, non devono mai superare i 3 nodi. Ovviamente è vietato l'ormeggio in questo spazio delimitato come non si possono praticare balneazione, apnea, immersioni e attività ludiche.

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