Milan-Juve, è tutto qui? Pochi tiri e nessuna emozione per il più brutto degli 0-0

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Motta e Fonseca non si fanno male e scivolano rispettivamente a -3 e -9 (i rossoneri con una gara in meno) dalla capolista Inter. Di Cambiaso l'occasione migliore, ma c'è il salvataggio di Thiaw

Marco Pasotto

Giornalista

23 novembre 2024 (modifica alle 20:16) - MILANO

Oltre centocinquanta Paesi sparpagliati per il globo annoiati davanti alla tv. A San Siro vincono soltanto paura e noia, quest'ultima diretta conseguenza dell'altra. Milan e Juve tornano a casa potendo dire di aver tenuto immacolate le rispettive porte - i bianconeri arricchiscono la collezione stagionale di clean sheet, mentre al Diavolo succede di rado e quindi di base è una buona notizia -, ma deludono entrambe. E parecchio. Mancanza di coraggio e di personalità, però con un distinguo piuttosto evidente: mentre a Motta questo pareggio scialbo può andare bene - Milan tenuto a debita distanza, posto sul trenino delle fuggitive conservato -, ai rossoneri non va bene per nulla. La vetta è sempre più lontana, lo scudetto sarebbe meglio non menzionarlo più, ma soprattutto aumentano di partita in partita i punti di domanda sulla zona Champions. Il Diavolo è in grado di piazzarsi tra le prime quattro? Al momento la risposta non è in dubbio: no. Le colpe maggiori per questo squallido zero a zero quindi vanno in capo al Milan: erano i rossoneri ad aver le necessità maggiori di fare qualcosa in più. Di provarci davvero e non solo per inerzia. Un brutto segnale: la paura degli errori non può essere più forte della voglia di provarci.

milan-juve, le scelte di fonseca e motta

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Fonseca ha messo in cottura gli stessi macro-principi di Madrid: compattezza, presìdi particolarmente robusti sulle fasce e velocità in ripartenza. Decidendo quindi di ripresentare Musah a destra, uno dei simboli più luminosi della notte al Bernabeu. Niente da fare invece per Pulisic, non al meglio: Capitan America in panchina e sistema di gioco piuttosto fluido ma tendente di base al 4-3-3 con Loftus-Cheek e Reijnders mezzali. Davanti a Maignan coppia inedita: Thiaw e Gabbia. Motta, senza gli "obblighi" tattici derivanti da un centravanti di ruolo, si è sbizzarrito con la fantasia, la stessa che ha chiesto ai suoi quattro uomini più offensivi: linea (teorica) a quattro composta da Yildiz, Koopmeiners, McKennie e Conceiçao. Tecnica e inserimenti. Opzione Weah accantonata in corso d'opera. In difesa, prima da ex rossonero per Kalulu. Panchina bianconera molto anni 80: soltanto cinque giocatori di movimento.

milan-juve 0-0, il primo tempo

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A proposito di movimento: e chi l'ha visto? Poco, pochissimo nel primo round, per manifesta colpevolezza di entrambe le squadre. Teste bloccate dalla paura di sbagliare e gambe frenate di conseguenza. Un atteggiamento timoroso e contratto più evidente forse nel Milan, che in questo match aveva più da perdere. Ma anche i bianconeri non si sono esattamente dannati per provare a infilzare il Diavolo. Tanto giro palla scolastico, diversi errori gratuiti di troppo in appoggio, un paio di verticalizzazioni ben eseguite, ma senza pensieri per Maignan, e nulla più. Fonseca ha provato a sorprendere Motta chiedendo a Leao di accentrarsi parecchio e consegnando a Reijnders una posizione particolarmente ibrida, fra le linee. Un po' mediano un po' trequartista, senza però che l'olandese sia riuscito a trovare vera luce. E bloccate anche la fasce. Da una parte Conceiçao ha provato a dimenarsi parecchio ma senza mai sfondare realmente, dall'altra Cambiaso e Yildiz sono stati controllati con buona perizia da Musah ed Emerson. In altre parole: tutti i piedi più educati sono stati annullati, e se a questo aggiungiamo la scarsa propensione di molti a prendersi qualche responsabilità - sì, certo, esisterebbero anche dribbling e accelerazioni -, ecco spiegato un primo tempo di rara noia. Altro che partita da gustarsi in mondovisione. L'unico a tentare qualche spunto è stato Leao, ma sempre molto lontano dalla porta, mentre nell'attacco mobile della Juve nessuno è riuscito a dare un vero punto di riferimento. Pericoli veri per i portieri? Zero, se si eccettua un colpo di testa di Emerson nel recupero sfilato non distante dall'incrocio dei pali.

milan-juve 0-0, il secondo tempo

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Nella ripresa le squadre hanno iniziato a sentire l'impellenza del risultato e la sfida si è ravvivata. Nulla di esaltante, per carità, ma quanto meno si è vista la volontà di provarci, cosa che ha cancellato la lentezza di circolazione del primo tempo. Milan e Juve si sono affrontate affidandosi alla loro qualità migliore, che è la medesima: l'abilità nelle transizioni. Quindi: tanti capovolgimenti di fronte, una lunga serie di botta e risposta che hanno risvegliato San Siro dal torpore ma, come nel primo round, non hanno coinvolto i portieri (super salvataggio di Thiaw su Cambiaso). Non sono serviti nemmeno i cambi. A venti dalla fine dentro Pulisic (Loftus-Cheek), a meno dieci Fagioli (McKennie) e Weah (Conceiçao), poi ancora Chukwueze (Musah). Nulla da fare. Chiffi fischia la fine e dopo di lui al Meazza fischiano tutti. Un brutto spettacolo.

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