Nel corso della sua vita era arrivato a sfiorare i 600 kg, ma aveva poi dimezzato il suo peso grazie a un programma medico intensivo
31 dicembre - 13:22 - MILANO
È morto in Messico Juan Pedro Franco, a soli 41 anni d'età. Era noto per essere stato riconosciuto come l’uomo più obeso del mondo nel 2017. Era ricoverato in un ospedale dello Stato di Aguascalientes: le sue condizioni si sono aggravate rapidamente a causa di un’infezione renale che ha portato a complicazioni sistemiche.
A confermare il decesso è stato il medico curante, José Antonio Castaneda, come riportato dal Daily Mail. Secondo quanto spiegato dallo specialista, nei giorni precedenti alla morte Franco aveva sviluppato un quadro clinico particolarmente complesso, legato alla sua lunga storia di obesità estrema.
Guinness dei primati come uomo più obeso al mondo
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All’apice del suo peso, Juan Pedro Franco aveva sfiorato i 600 chili. La sua vicenda era diventata di dominio pubblico nel 2017, quando il Guinness World Records lo aveva certificato come la persona vivente più obesa al mondo, con un peso superiore ai 590 chilogrammi. All’epoca era quasi completamente immobilizzato, costretto a letto e incapace di muoversi autonomamente.
Nello stesso anno aveva avviato un percorso medico intensivo sotto la supervisione di Castaneda: una dieta mediterranea controllata, ricca di frutta e verdura, seguita da due interventi di chirurgia bariatrica — una gastrectomia a manica e, successivamente, un bypass gastrico. Il trattamento combinato gli aveva consentito di perdere circa la metà del peso corporeo e di tornare a camminare dopo anni di immobilità.
I problemi di salute di Juan Pedro Franco dopo il dimagrimento
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Secondo i medici, il dimagrimento aveva ridotto sensibilmente il rischio di complicanze legate al diabete e allo sforzo cardiovascolare, pur lasciando Franco in una condizione di vulnerabilità clinica, conseguenza di decenni di obesità grave. Nel 2020 l’uomo era anche sopravvissuto al Covid-19, nonostante fosse considerato un paziente a rischio estremamente elevato.
Il suo caso era stato più volte descritto come uno dei più complessi mai affrontati dal team sanitario. Castaneda aveva sottolineato come la disponibilità di Franco a raccontare apertamente le proprie difficoltà avesse contribuito a sensibilizzare l’opinione pubblica sull’obesità, definita come una malattia cronica che richiede cure mediche continue, personalizzate e non giudicanti.
Il difficile percorso di Juan Pedro Franco
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"Il mio corpo andava per la sua strada senza alcun controllo", aveva raccontato Franco. "Ho provato a mettermi a dieta giorno dopo giorno, ma niente ha funzionato, ero disperato". Dopo l’inizio delle cure, però, il cambiamento era stato tangibile anche nei gesti quotidiani: "Il solo fatto di poter sollevare le braccia, alzarsi ogni giorno, tirarsi su per bere un bicchiere d’acqua o per andare in bagno, ti fa sentire benissimo. È fantastico potersi muovere di più ed essere più autosufficiente".
La morte di Juan Pedro Franco chiude una storia che ha segnato il dibattito medico e pubblico sull’obesità estrema, riportando l’attenzione su una patologia complessa, spesso stigmatizzata, ma che richiede approcci clinici strutturati e di lungo periodo.
La Gazzetta dello Sport
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