Meloni vede Vance. 'L'Ue ora parli con Trump'

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Per avviare un dialogo con Donald Trump, bisogna tenere rapporti personali diretti. Giorgia Meloni ne è sempre stata convinta e questo è il principale messaggio che spera sia colto anche a Bruxelles dopo la sua missione a Washington. Anche per sfruttare al massimo i tre mesi di sospensione dei dazi commerciali per far decollare il negoziato Usa-Ue con l'orizzonte di un libero mercato transatlantico. Un percorso che la premier spera possa essere sugellato da un incontro fra il presidente americano e Ursula von der Leyen. Con la disponibilità di ospitarlo a Roma.

Meloni è atterrata all'alba all'aeroporto di Ciampino, dopo una missione durata poco meno di 48 ore (voli inclusi), anche per poter essere a Palazzo Chigi in tempo per ricevere il vicepresidente Usa JD Vance. Prima da sola, poi in un pranzo allargato ai vicepremier Matteo Salvini e Antonio Tajani. La soddisfazione supera la fatica, i suoi parlano di "un risultato straordinario". Trump ha accolto l'invito per una visita ufficiale in Italia "nel prossimo futuro", anche "valutando la possibilità di organizzare, in tale occasione, un incontro tra Stati Uniti ed Europa", conferma la dichiarazione congiunta.

Tra un mese il tycoon sarà in Europa, per il vertice Nato a L'Aia (24-25 giugno), seguito subito dopo da un Consiglio europeo. Potrebbe essere la finestra giusta, perché la sospensione dei dazi scade il 10 luglio. Più in là c'è il summit in Italia sulla ricostruzione dell'Ucraina, tema emerso sia nel bilaterale alla Casa Bianca, dove Meloni ha difeso la tesi di "Putin aggressore", sia in quello con Vance, in cui sono stati condivisi "gli sforzi per una pace giusta e duratura".

Da Palazzo Chigi fanno notare che "la situazione ora è molto positiva", e "piano piano si va avanti". Il percorso, però, è ancora incerto e tutto da costruire, secondo i ragionamenti e le analisi approfondite di queste ore ai piani alti del governo.

Perché Trump si è detto convinto che si arriverà a un accordo, ma sui dazi non ha cambiato idea. E non sarebbe disposto a passi avanti finché non saranno chiare le mosse europee su una serie di temi per lui cruciali. Inclusi i rapporti con la Cina.

Con il presidente americano non si può prescindere da relazioni personali dirette, avrebbe sottolineato la stessa Meloni nella telefonata sull'esito del viaggio alla presidente delle Commissione Ue von der Leyen. Non l'unica della giornata.

Dopo questo genere di missioni c'è sempre un contatto con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

La "special relationship", come l'ha definita la Casa Bianca, fra Meloni e Trump è stata confermata da battute e sorrisi nei momenti del bilaterale aperti alle telecamere. "Donald ha fiducia totale in Giorgia", assicurano fonti di governo. Per dirla con il tycoon, la sua ospite "ha lasciato a tutti un'impressione fantastica". E sul libro degli ospiti della Casa Bianca ha ribadito quel "Make West Great Again", mutuato dal trumpiano MAGA. A margine del colloquio c'è stato anche un saluto affettuoso con Elon Musk, anche se i rapporti fra i due - raccontano - non sono fluidi come qualche mese fa, e di Starlink alla Casa Bianca non si è parlato, come ha assicurato Meloni.

L'obiettivo della presidente del Consiglio è porsi sempre più come un interlocutore europeo chiave per Washington. Sul piatto ha messo una serie di sforzi per "rafforzare la cooperazione", con investimenti per 10 miliardi di euro. Maggiori importazioni di gas naturale liquefatto dagli Usa, gli impegni condivisi a non discriminare fiscalmente le Big Tech, a rafforzare la cooperazione sulla Difesa, a proteggere infrastrutture e tecnologie critiche e sensibili utilizzando solo fornitori affidabili, a sviluppare il corridoio economico India-Medio Oriente-Europa, a cooperare in materia spaziale con due missioni su Marte nel 2026 e 2028. Inoltre l'Italia contribuirà alla rinascita della cantieristica navale americana e gli Usa valuteranno opportunità di investimento offerte dalle Zes. La dichiarazione congiunta cita anche il Piano Mattei, e la cooperazione su infrastrutture cruciali "seguendo l'esempio" dell'approccio di Trump sugli Accordi di Abramo.

"È un documento vergognoso - attacca Angelo Bonelli di Avs - che sancisce, nero su bianco, la resa totale dell'Italia agli Stati Uniti". "La premier - è la sintesi della leader del Pd Elly Schlein - si è impegnata ad aumentare la spesa militare e a far investire 10 miliardi alle imprese italiane negli Usa quando non ne ha trovato ancora uno per tutelare quelle colpite dai dazi ed evitare delocalizzazioni. In cambio pare abbia ottenuto una visita di Trump in Italia. Non mi pare un gran bilancio".

 

Von der Leyen sente Meloni, 'bene, ma con Trump tratto io'

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