Meloni: 'Pieno sostegno a Kiev, l'Italia non invierà soldati in territorio ucraino'

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Sull'Ucraina "la nostra posizione non cambia e non può cambiare davanti alle vittime civili alle immagini delle case sistematicamente bombardate dai russi sulla popolazione civile che resiste da oramai quattro anni". Così la presidente del Consiglio Giorgia Meloni nelle comunicazioni al Senato in vista del Consiglio europeo. "Il nostro sostegno al popolo ucraino rimane determinato nell'unico intento di arrivare alla pace, l'ho detto a Zelensky anche pochi giorni fa al telefono".  

"Lasciatemi nuovamente nettamente ribadire la posizione del governo: ciascuna nazione contribuirà agli sforzi" dei Volenterosi per Kiev ma "l'Italia ha già chiarito che non prevede l'invio di soldati nel territorio ucraino", ha aggiunto.

Per il "piano in 20 punti sulla crisi mediorientale" siamo "molto grati a tutti i mediatori per lo sforzo diplomatico, Egitto, Qatar e Turchia soprattutto al presidente degli Usa Donald Trump che ha dedicato energie straordinarie per raggiungere quello che è un suo indiscutibile successo", ha detto Meloni.  

Per Gaza "l'Italia continua a svolgere un lavoro intenso che la pone al primo posto tra le nazioni occidentali ed è pronta a incrementare il suo sforzo", e "da troppe parti, soprattutto per interesse, si finge di non vederlo o si tenta di negarlo", ha aggiunto. Il nostro "sforzo" per Gaza, "unico tra le nazioni occidentali fa giustizia delle troppe polemiche e menzogne ascoltate in questi mesi. E sono orgogliosa di rappresentare una nazione in cui la maggioranza dei cittadini sa ancora distinguere fra il cinismo sbandierato a favore di telecamere e la solidarietà vera e silenziosa".  

"Hamas deve accettare di non avere alcun ruolo nella governance transitoria e nel futuro Stato palestinese, e deve essere disarmato, per impedire che continui a rappresentare una minaccia per la stabilità regionale. Abbiamo avuto, anche in questi giorni, prova della ferocia di questa organizzazione anche nei confronti degli stessi palestinesi, in una pericolosa serie di esecuzioni sommarie che consideriamo inaccettabili.
Sono queste le precondizioni necessarie anche per il riconoscimento da parte dell'Italia dello Stato di Palestina, come anche da indicazione di questo Parlamento. Il governo è pronto ad agire di conseguenza quando queste condizioni si saranno materializzate", ha detto.

Le comunicazioni al Senato DIRETTA

"L'Italia non potrà sostenere la proposta di revisione della legge clima europea a maggior ragione se non sarà sostanziata da un vero cambio di approccio", ha aggiunto. L' Italia, sottolinea, "sostiene e continuerà a sostenere un ambizioso percorso di riduzione delle emissioni ma riteniamo che il modo migliore per non raggiungere questo obiettivo sia continuare a rincorrere un approccio ideologico e pertanto irragionevole che pone obiettivi insostenibili e quindi irraggiungibili" che "rischiano di compromettere definitivamente la credibilità stessa dell'Unione europea".  

In Aula, accanto alla presidente del Consiglio, il governo è quasi al completo. Vicino a Meloni, per ora, ci sono il vicepremier Matteo Salvini e i ministri Adolfo Urso (Imprese), Tommaso Foti (Affari Ue), Pichetto Fratin (Ambiente), Roberto Calderoli (Autonomie), Anna Maria Bernini (Università), Daniela Santanché (Turismo), Luca Ciriani (Rapporti con il Parlamento), Paolo Zangrillo (Pubblica amministrazione), Alessandro Giuli (Cultira) e Orazio Schillaci (Salute). L'aula è quasi al completo. Presiede il presidente Ignazio La Russa. 

"Il Consiglio europeo del 23 e 24 ottobre ancora una volta arriva in un frangente internazionale estremamente complesso" e l'Italia si presenta "forte di una stabilità politica rara nella storia repubblicana", ha sostenuto Meloni, sottolineando che gli "indicatori economici e finanziari solidi la rendono apprezzata dagli analisti e attrattiva per gli investitori".

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