Il campione del mondo è certo di non aver commesso errori. Marc: "Sono incidenti molto strani. Ma ora ho capito perché Ducati ha la moto migliore"
Massimo Falcioni
5 febbraio 2025 (modifica alle 17:41) - MILANO
Da sempre, nelle corse del Motomondiale si cade. Tuttavia il numero di cadute sin dal primo giorno dei test della MotoGP a Sepang è un segnale di allarme per quel che potrebbe accadere nelle prove ufficiali e nelle gare, a cominciare dal GP di Thailandia del 28 febbraio-2 marzo. Non siamo alle solite innocue scivolate, ma a paurosi (e spettacolari) highside, con fratture che costringono già piloti di primo livello, a cominciare dal campione del mondo Jorge Martin, a saltare i prossimi test e a presentarsi ai primi round iridati non proprio in forma, non solo fisicamente. Incolpare i piloti di queste prime cadute nelle prime prove di Sepang pare effettivamente un modo di non voler prendere il toro per le corna. Certo, in MotoGP c’è già un clima surriscaldato, specie per i movimenti piloti che ci sono stati da una Casa all’altra, da un Team all’altro. Basti pensare all’arrivo di Marc Marquez in Ducati ufficiale, nuovo compagno di squadra di Pecco Bagnaia. Ma non solo. Nei team, nessuno escluso, la tensione è salita: chi aveva gap importanti tecnicamente (come Honda e Yamaha) sta facendo di tutto per recuperare e chi era già competitivo ma non vincente (come Aprilia e Ktm) pensa che, anche grazie al supporto di piloti-fuoriclasse, il 2025 sia l’anno buono per potersi giocare il mondiale con le Rosse di Borgo Panigale, sostanzialmente alla pari. Il fatto è che, così come i piloti non sono tutti uguali, anche le moto non sono tutte uguali.
super ducati
—
Le differenze delle prime due linee, se pur tradotte in piste nell’arco di un decimo al giro o anche meno, comunque restano. E non è vero che, per fare alla fine la differenza in gara e campionato, non incidono le caratteristiche tecniche di ogni moto. Un esempio? La Ducati. I bolidi di Borgo Panigale, in primis le due moto ufficiali ma non solo quelle, hanno fatto nelle ultime stagioni la differenza. Di motore, ma non solo. Quando Marc Marquez diceva: “Nessuno ha la trazione di Ducati” diceva il vero. Così nel 2023 e nel 2024 quando Mir e Marquez davano piegati lo stesso gas di Bagnaia e di Martin finivano per lo più a terra, anche con spaventosi high side. A pagarne le conseguenze, come noto, è stato soprattutto Marquez anche se, alla fine, è stato premiato con l’ingresso nella Ducati Casa, quindi pronto a puntare diritto al suo titolo N° 9.
le parole di marquez
—
Obiettivo che può solo essere raggiunto con il supporto di tutta la squadra e, almeno nella fase iniziale, instaurando con Bagnaia un rapporto di collaborazione completo. “Sì - ha commentato Marquez dopo la prima giornata di test conclusa con il secondo miglior tempo alle spalle di Quartararo - c’è stato gran lavoro del team, ho capito perché Ducati ha la moto migliore. All'inizio io e Pecco avevamo avuto sensazioni strane specie in alcune curve: Dall'Igna ha preso in mano la situazione e ha iniziato a scartare le cose e abbiamo lavorato e capito qual era il problema. Sono rimasto molto sorpreso dalla dinamica problema-reazione lo stesso giorno, perché non ero abituato a lavorare così. Ci siamo concentrati principalmente sulla GP25, specie sul motore. Io e Pecco abbiamo lavorato in direzioni opposte perché era il modo migliore per capire quale fosse la strada giusta. Alla fine l'abbiamo trovata e ho capito perché la Ducati ha una moto del genere: quando hai problemi devi stare tranquillo e cercare di capire, è un metodo che non avevo visto mai”. E sul rapporto interno con Bagnaia: “Mi piace questo lavoro di squadra perché quello che interessa a Ducati è essere forte sia con un pilota che con l'altro, poi quando ci saranno punti in palio ognuno farà la sua gara. Ora, però, stiamo lavorando affinché la moto possa essere il più veloce possibile". In chiusura Marquez ha parlato del lavoro che ha svolto: "Ci siamo concentrati sul motore, per capire bene le sue specifiche, perché lo useremo per i prossimi due anni. Il time attack ora non serve, ma è stato un mio punto debole dell'anno scorso e ho iniziato a lavorarci". Comunque Marquez ha percorso 54 giri, il migliore in 1’57.606, secondo miglior tempo dietro a Quartararo.
cadute
—
Marquez si è espresso anche sulle tante cadute che hanno portato anche a tre infortuni pesanti, con interventi chirurgici nelle prossime ore per Jorge Martin (Aprilia), Raul Fernandez (Aprilia Trackhouse), Fabio Di Giannantonio (Ducati VR46). “Sì – ha detto Marquez – cadute molto strane. C’era vento, ma quando c’è molto grip sulla pista, le cadute sono più inaspettate. C’era anche molta gomma e appena usciti c’era già tanto grip e ho visto cadute davvero molto strane, come quella di Fernandez e Martin. C’era un po’ di vento, ma non così tanto“. In effetti tantissime cadute, specie nella prima parte della mattinata, dovute anche al fatto delle poche gomme soft, date con il lanternino. Così, per non finire la scorta di morbide, si è scelto di girare con le medie, un azzardo.
rabbia martin
—
Sul letto dell’ospedale, di umore negativo ma pronto alla riscossa, Jorge Martin, pronto a partire per la Spagna e mettersi subito sotto i ferri per le fratture subite. Jorge è certo di non aver commesso errori, tanto meno di avere esagerato in questa prima fase di test. La moto è partita da sola. Pare per la gomma posteriore, fuori controllo. Si stanno analizzando i particolari. Nella squadra di Martin non mancano visi lunghi e parole di difesa del pilota number one e della sua analisi rispetto al crash. Cose che capitano, nel motociclismo, da sempre. L’obiettivo è recuperare prima possibile e tornare al top.