Marquinhos: "Ora guido i giovani. Zaire-Emery e Neves mi impressionano"

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Paris Saint-Germain's Brazilian defender #05 Marquinhos reacts after loosing the UEFA Champions League, League phase - Matchday 4, football match between Paris Saint-Germain (PSG) and Atletico Madrid, at the Parc des Princes stadium in Paris on November 6, 2024. (Photo by Anne-Christine POUJOULAT / AFP)

l'intervista

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Il difensore del Psg si confessa in occasione della presentazione del nuovo centro sportivo "fuori dal comune". E parla di Luis Enrique come un tecnico "rigoroso in tutto"

Alessandro Grandesso

21 novembre - 12:19 - FRANCIA

P arla il capitano: Marcos Aoas Correa. Per tutti Marquinhos, ormai vero leader di questo Psg che ha rinunciato alle star ma con l’idea di imboccare un nuovo cammino con giocatori giovani e iper motivati. Una nuova era affidata al guru Luis Enrique, che dopo Messi e Neymar ha voltato le spalle pure a Mbappé ma non ha cambiato di una virgola la sua filosofia di gioco fondata sul collettivo, dove la stella non è il singolo fuoriclasse, ma la squadra. Il club dell’emiro del Qatar al limite le nuove stelle vuole farle crescere in casa, attingendo dal fondo di talenti della regione parigina, tra i più densi al mondo. Anche per questo la società presieduta da Nasser Al Khelaifi ha speso 300 milioni di euro per costruire il nuovo centro di allenamento, aperto un anno e mezzo fa, ma entrato ormai a regime riunendovi tutte le sezioni sportive: sarà inaugurato ufficialmente oggi. Il Campus si estende su 59 ettari, con 16 campi da calcio, di cui 4 sintetici e un mini stadio da cinquemila posti. Non mancano 30 ettari di verde e persino un orto per garantire prodotti freschi alla mensa. Il tutto a poco più di 24 chilometri dal Parco dei Principi, nel comune di Poissy. A fare da guida, Marquinhos, il capitano primatista di presenze con il Psg dove è arrivato nel 2013 in provenienza dalla Roma: "Per me – spiega il 30enne brasiliano in esclusiva alla Gazzetta dello Sport - è un onore essere arrivato fino a questo punto. Quando sbarcai da Roma non credo che neppure ci fosse il progetto di un nuovo centro di allenamento. Due o tre anni dopo cominciarono a parlarcene, ma per me sembrava tutto così lontano. E comunque non sapevo neppure se sarei rimasto così a lungo. Ma oggi è davvero un piacere vedere un tale cambiamento. Ogni volta che arrivo al mattino in macchina, ne sono impressionato, perché è un centro fuori dall’ordinario".

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