“Lavori da casa, quindi sei sempre disponibile, no?”, “sei fortunata, puoi prenderti ferie quando vuoi”, “hai tempo per tutto”, “in fondo, il tuo vero lavoro è fare la mamma”. Sono alcune delle frasi che una madre con Partita Iva si sente dire nel 2025. Commenti che riflettono un pregiudizio diffuso secondo cui la libera professione, per una madre, è una soluzione comoda o provvisoria, invece che una scelta consapevole per gestire in autonomia il proprio lavoro. In occasione della Festa della Mamma l'11 maggio 2025, è quanto fotografato da un’indagine della tech company Fiscozen, intervistando oltre 1100 madri libere professioniste, da cui emerge che, in un contesto di difficoltà dovute a incertezza economica e carenza di supporti, sei madri su dieci scelgono di lavorare in Partita Iva, spinte dal desiderio della maggiore libertà di creare la propria armonia tra lavoro e vita familiare.
Le intervistate, che si concentrano nella fascia di età 30-40 anni (49,7% del totale) e nel 55% dei casi hanno una sola persona a carico, raccontano che essere madri in Partita Iva comporta diverse difficoltà nella vita quotidiana. Le più segnalate dall’indagine sono: l’Incertezza economica legata a periodi di pausa o rallentamento, indicata come più impattante dal 28,3%; affrontare imprevisti familiari come malattia o chiusura della scuola, senza tutele formali (20,5%); gestire tempi e mole di lavoro in modo sostenibile (15,2%); riscontrare che il proprio lavoro non è sempre riconosciuto come tale (12,8%); mantenere la concentrazione e la produttività lavorando con i bambini a casa (12,3%). Tra gli interventi dello Stato che potrebbero migliorare la loro qualità della vita, emerge l’introduzione di un sussidio per malattia o infortunio, desiderata dal 33,7% delle partecipanti alla ricerca, seguita dal potenziamento delle agevolazioni economiche per le madri (30,2%) e dal maggiore accesso ai servizi per l’infanzia (20,6%). Più marginale, invece, la richiesta di un prolungamento del congedo di maternità, cruciale per il 13,6%.
Oltre ad affrontare le difficoltà dovute alla costante ricerca dell’armonia tra cura dei figli e ambizioni lavorative, l’86,2% delle intervistate è stata almeno una volta oggetto di pregiudizi, più o meno taglienti, da parte di amici, parenti o colleghi, inclusi “il tuo non è un vero lavoro”, “facile così, guadagni molto lavorando poco”, “le mamme lavorano in partita iva perché si devono occupare della casa”, “dai, più che un lavoro è un hobby il tuo”, “ma sei pazza? Come fai senza maternità?”.
Nonostante questo contesto non sempre favorevole, la libera professione per le madri presenta tuttavia numerosi motivi di soddisfazione e gratificazione, tanto personali quanto professionali. Per sei intervistate su dieci, infatti, la libertà di poter organizzare e modellare orari e attività lavorative in accordo ai bisogni familiari, decidendo autonomamente quando e quanto lavorare, è uno dei principali vantaggi che derivano dalla scelta di gestire vita privata e vita lavorativa a modo proprio. Due su dieci rivendicano invece l’importanza di poter prendere liberamente pause strategiche senza dover chiedere permessi, potendo così intervenire con reattività in caso di bisogno.
“Dalle testimonianze raccolte, molte madri trasmettono determinazione e fiducia nella propria scelta di essere libere professioniste, anche di fronte alle difficoltà. Alcune vedono nel lavoro in Partita Iva un’opportunità di libertà e di presenza nella crescita dei figli, riuscendo così ad armonizzare le proprie scelte personali e professionali. Questo conferma che, nonostante la carenza di tutele, sussidi e supporti adeguati, la libera professione rappresenta per tante madri un modo naturale per costruire una carriera che rispecchi i loro valori e i diversi ruoli che ricoprono. Una scelta di libertà che consente di crescere, di essere madri e professioniste secondo il proprio ritmo” commenta Enrico Mattiazzi, CEO e co-founder di Fiscozen.
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